Situata
al centro del Mediterraneo occidentale, la Sardegna è sempre stata un crocevia
di flussi migratori provenienti dall’Africa del nord, dalle coste occidentali
(Baleari, penisola Iberica, Francia meridionale), e dall’oriente (Grecia, Asia
Minore (o Turchia) Cipro, Creta, Libano, Israele, antico Egitto).
Nel
corso di millenni prima e dopo l’avvento del cristianesimo, le genti arrivarono
da più parti. Teniamo presente che la Corsica (un tempo, unita alla Sardegna,
parliamo però di venticinque milioni di anni fa!) è separata dalle bocche di
Bonifacio, larghe circa dodici km; la distanza dalla costa toscana (monte
Argentario) è di 188 km; dalle isole Baleari 315 km; dalla costa africana 180
km; dalla Sicilia 278 km.
I primi
abitanti, si ritiene che provenissero dalla penisola italiana (arcipelago
toscano); ma non è da escludere a priori una provenienza dall’Africa del nord,
date le distanze identiche a quelle dalla costa toscana.
Quelle
genti trovarono un ambiente ricco di boschi, di frutti naturali e di animali da
cacciare. Dalle indagini archeologiche, esse erano dotate di armi tipo archi e
frecce utili sia per la cattura degli animali con cui nutrirsi, sia per la
difesa personale in caso di conflitti con tribù o clan ostili.
Quell’ambiente
non è più possibile ricostruirlo soprattutto per mancanza di fonti scritte e
per le difficoltà nelle indagini archeologiche, complesse, lunghe e costose.
Dagli
studi effettuati, si ritiene che in quel periodo (parliamo di circa quattro –
cinquemila anni fa), piovesse molto di più dei nostri tempi e soprattutto l’isola
aveva sicuramente ampie zone disabitate e quindi con grande abbondanza di “ogni
ben di Dio”.
L’isola
che c’è da appuntamento alla prossima puntata.
Un saluto
da
sardo sono