domenica 2 ottobre 2016

Il nuraghe Santu Antine

Si tratta di una delle più belle e grandiose fra le cosruzioni preistoriche note come «nuraghi»; parola molto antica, con la quale all'incirca venivano chiamati questi monumenti dallo stesso popolo che li eresse, come torri e castelli, a dominio e difesa della Sardegna dal 1300 al 500 circa a. C.  A questo popolo isolano, del quale non conosciamo il nome, si deve pertanto quella che viene appunto chiamata Civiltà Nuragica.
Esso si trova nel comune di Torralba a circa 51 km da Sassari, nell'altopiano del Meilogu e si arriva percorrendo la SS 131 e uscendo al bivio Thiesi - Torralba. Il nuraghe porta il nome di Santu Antine o Santine (cioè San Costantino) ma è più noto con la denominazione popolare di Sa Domo de su Re: la «Casa del Re».
La sua bellezza ha attirato l'attenzione di numerosi studiosi, tra i quali Alberto Ferrero de Lamarmora con una sua illustrazione dove rappresenta il nuraghe con piante, sezioni e prospetti del 1840. Anche l'archeologo Giovanni Spano si interessò più volte al monumento tra il 1854 e il 1867. A Giovanni Pinza si deve nel 1901 la prima illustrazione fotografica.
Solo nel 1935 comunque il nuraghe fu fatto oggetto di appositi scavi archeologici da parte di Antonio Taramelli, limitatamente al monumento principale e ai resti delle abitazioni rettangolari adiacenti di età romana.
Il mastio (torre centrale)
È alto attualmente quasi 18 metri e doveva raggiungere in origine 21 metri. Il diametro di base del cono è di circa 15,5 metri. L'inclinazione della torre è di circa 8°; per confronto, il nuraghe Is Paras di Isili è di 13°, mentre queelo di Barumini è di 10°. È costruito con massi di basalto di provenienza locale. Allego alcune foto che, a mio modesto avviso, consentono solo in parte di apprezzare la bellezza del monumento. In altre parole visitatelo: dal vivo è tutta un'altra cosa!


Sardo sono