mercoledì 25 dicembre 2013

25 Dicembre: nascita di Gesù

E' una data simbolica, convenzionale.
-Ma questo ora non conta. Ciò che è importante è ch'è nato colui che per primo ha promosso e difeso valori universali quali la solidarietà, la non violenza, l'uguaglianza, la libertà di pensare e manifestare nel nome di Dio suo padre.
-Soltanto con la sua parola, ha sfidato, in modo non violento, il potere costiuito del suo tempo fino all'estremo sacrificio.
-Dopo di lui, in nome di questi valori umani e religiosi, migliaia di suoi seguaci hano manifestato il loro credo e in nome di esso, tanti hanno sacrificato la propria vita.
-A mio parere, il nostro mondo attuale deve in parte il suo progresso civile anche a questi valori appunto universali e senza tempo, ovvero sempre attuali!

Atrus annus cun saludi da

sardo sono

lunedì 16 dicembre 2013

Riepilogo alluvioni in Sardegna (recenti!)

06/12/2004: Alluvione di Villagrande Strisaili

22/10/2008: Alluvione di Capoterra

04/11/2008: Alluvione di Segariu - Furtei

18/11/2013: Alluvione di Olbia - Uras - San Gavino

-I governanti passano
-Le alluvioni ritornano
-I problemi restano
Chi ci salverà?

NOI, RISPETTANDO L'AMBIENTE SEMPRE, CON LE ALLUVIONI E CON GLI INCENDI E SOSTITUENDO QUESTA CLASSE POLITICA CAPACE SOLO DI LITIGARE E SALVAGUARDARE I PROPRI PRIVILEGI.
 
un saluto da
sardo sono
 

sabato 14 dicembre 2013

Altopiano della giara

-Con il termine giara vengono indicati gli altopiani basaltici della zona centro occidentale della Sardegna. Questo nome sembra che possa derivare dal latino "glarea" che significa ghiaia e che indicherebbe il pietrisco frammisto a ciottoli grandi e piccoli che si trovano sparsi in grande quantità, appunto sull'altipiano della giara.
-La quota media dell'altopiano è di 560 metri s.l.m.
-I due rilievi Zeppara Manna (in italiano Zeppara Grande) e Zepparedda (in italiano Zeppara piccola) hanno l'aspetto tipico dei coni eruttivi e sono probabilmente i punti di fuoriuscita della lava.
-Un aspetto molto caratteristico, tra le tante, è la presenza dei famosi cavallinni che vivono completamente allo stato brado da... sempre. Essi non sono autoctoni: infatti sulla loro origine sono state formulate diverse ipotesi:
A) Una di queste è che possono essere stati importati dai cartaginesi (VII-VI secolo avanti Cristo);
B) Un'altra ipotesi è che possono essere stati importati dall'arcipelago greco da navigatori greci.
-E' in periodo nuragico che l'altopiano dovette rivestire un ruolo di primaria importanza, se in esso vennero costruiti numerosi nuraghi. Infatti lungo il contorno della giara (lunghezza massima nord-sud 37 km) si contano circa venti nuraghi, a testimonianza di una strategia finalizzata al controllo e difesa del territorio.
-Infine, il nuraghe situato sull'altopiano e oggetto di indagini archeologiche è quello di Bruncu Màdugui (giara di Gesturi). I dati emersi dagli scavi effettuati dall'archeologo Giovanni Lilliu tendono a collocare l'età del monumento nella Prima fase nuragica, ovvero 1800-1500 anni avanti Cristo, quindi di poco precedente al nuraghe di Barumini.

alla prossima!
un saluto da
sardo sono

martedì 10 dicembre 2013

I giganti di Monti Prama

-I giganti di Monti Prama sono sculture sarde i cui frammenti sono stati trovati casualmente nel marzo del 1974 presso un terreno agricolo del comune di Cabras (OR) durante l'aratura.
-Attualmente è in corso il loro restauro (mi risulta in corso presso il museo di Sassari; il comune di Cabras ha rivendicato per se questi reperti da esporre poi nel proprio museo. Non ho notizie circa l'eventuale restituzione!).
-E' in corso dicevo, il restauro mediante l'assemblaggio di circa 5.172 frammenti (un numero enorme!), tra i quali 15 teste e 22 busti.
-A seconda delle ipotesi la datazione oscilla dall'VIII secolo a. C. al IX secolo o addirittura al X secolo a. C. ;ipotesi che ne fanno le più antiche statue del bacino mediterraneo occidentale.
-Dalle valutazioni recenti si stima che i frammenti appartengano a 40 statue. Le statue furono rinvenute presso quella che poi si rivellerà una necropoli di 33 tombe a pozzetto e prive di corredo funerario.
-L'altezza delle statue non è mai inferiore ai due metri e in alcuni casi raggiunge i due metri e mezzo! Sono state scolpite su pietra arenaria estratta da cave nei pressi di Oristano.
-Raffigurano pugili, arcieri, e guerrieri, tutti in posizione eretta.
 
Meritano di essere viste!!!!
 
un saluto da
sardo sono

Forconi

La parola "forconi", riferita ai manifestanti di questi giorni, nelle grandi città per protestare contro la crisi, evoca avvenimenti drammatici tipo la rivoluzione francese del 1789 (presa della bastiglia). La regina Maria Antonietta (poi "ghigliottinata") si racconta che quando le dissero "il popolo non ha pane" lei, pare che avesse risposto «Se non hanno pane, che mangino brioches!»
Messaggio ai politici (tutti, grandi e piccini!): Attenzione ai forconi!
un saluto da
sardo sono
 
 

lunedì 9 dicembre 2013

Lo stemma dei Quattro Mori - ultima parte

Con questa ultima parte termina la cronistoria della nostra bandiera!

-Con il trattato di Utrecht (Olanda) firmato nel 1713, il Regno di Sardegna passò sotto il governo austriaco per restarci pochi anni. Infatti, dopo alcuni anni passò ai Savoia. Pensate: i Savoia, grazie al Regno di Sardegna, diventano monarchi di pari grado con le altre monarchie europee; prima erano nobili di grado inferiore!
-La moneta continua ad evere lo stemma dei Quattro Mori. L'ultima coniazione avviene sotto il re Carlo Alberto nel 1842
-Nelle stampe del regno, già dai primi decenni, la benda dei Quattro Mori sulla fronte era caduta sugli occhi (!?) non si sa per imperizia dei litografi (si...fidati!) o malizia dei governanti.
-Con Carlo Alberto la bandiera del regno passa dai Quattro Mori al tricolore. Tuttavia, lo stemma dei Quattro Mori continua ad essere usato nei corpi militari, soprattutto sardi.
-Amati o meno che fossero, i Quattro Mori rimasero negli stendardi delle brigate combattenti sarde. Fu dietro ad essi che marciarono i soldati eroici della Brigata Sassari nella guerra 1915-18. La vita in comune, le privazioni, la paura dovevano esercitare una forte influenza e uno spirito di corpo fin'ora sconosciuti ai sardi.
-Da questa esperienza drammatica e crudele nacque il movimento dei combattenti sardi che dette vita al Partito Sardo d'Azione.
-Il 19.06.1950, il consiglio regionale della Sardegna, deliberava di prendere quale emblema il gonfalone coi Quattro Mori. Ci fu uno scontro tra favorevoli e contrari a tale delibera; nonostante ciò l'emblema restò e il Presidente della Repubblica emanò un decreto il 5.07.1952 che sanciva come simbolo della Sardegna la bandiera dei Quattro Mori.
-L'unica cosa certa è che questo stemma è nato in terra iberica e in sardegna ci è stato portato dai catalano-aragonesi. Chiunque l'abbia creato e ovunque esso sia nato, ormai non ha più importanza: ormai è nostro. TROPPI SARDI SONO MORTI DIETRO QUESTA BANDIERA.
un grazie di cuore a tutti coloro che hanno o avvranno la pazienza e curiosità di leggere queste note!! unu saludu mannu

sardo sono



domenica 8 dicembre 2013

Lo stemma dei Quattro Mori - 2a puntata

Nota: Quando ho deciso di scrivere sullo stemma dei Quattro Mori, pur avendo letto in passato la storia, non mi aspettavo che a raccontarla attraverso lo scritto, risultasse cosi... lunga. Ma ormai una prima parte l'ho già raccontata, quindi ho dovuto dividere in alcune "puntate" la storia che mi auguro possa interessare tanti sardi e non. Spero di rendere la lettura piacevole e suscitare la vostra curiosità. Come sempre sono graditi commenti e/o suggerimenti.

- Nel 1499 Gualberto Fabricio de Vagad, monaco benedettino, nella sua "Cronica de Aragòn", raccontava che lo scudo dei Quattro Mori era stato creato da Pietro I d'Aragona per celebrare la sua vittoria ad Alcoraz (Aragona) nel 1096, dovuta anche all'intervento di uno straordinario cavaliere, dalle armi bianche e con una croce rossa sul petto, che era in realtà San Giorgio.
-Cosi Pietro aveva creato lo scudo bianco con la croce rossa e nei quattro angoli aveva posizionato  le quattro teste dei re arabi sconfitti, che erano state trovate sul campo di battaglia, adorne di turbanti tempestati di gemme.
-C'è anche un'altra versione, esposta dall'umanista Pietro Miquel Carbonell nel suo libro Chronica o hystoria de Espanya, uscito a Barcellona nel 1546, secondo la quale sarebbe stato Raimondo Berengario IV conte di Barcellona e marito di Petronilla d'Aragona (e dunque primo re catalano-aragonese) a creare questo emblema per il regno d'Aragona, dopo la vittoria sui mori di quattro province catalane.
-Il primo a parlare emblemi sardi fu il pisano Ranieri sardo nel 1450 che, nella sua Cronaca raccontò di un leggendario gonfalone rosso con croce bianca al centro, che il papa Benedetto VIII, nel 1017 avrebbe dato ai pisani per aiutare i sardi contro il terribile Musetto, re dei saraceni che in quegli anni cercava di conqistare la Sardegna.
-Anche Giovanni Francesco Fara, siamo nel 1581, nel suo De rebus sardois riprese la leggenda del vessillo rosso, ma le quattro teste di moro compaiono soltanto nel 1624 nell'opera del padre Jacopo Pinto Christus crucefixus.
-Jacopo Pinto, riallacciandosi alla leggenda iberica, raccontò con dovizia di particolari, che sul vessillo rosso dato dal papa sarebbero state aggiunte, nei quattro angoli, quattro teste di moro, perchè tante ne erano state trovate nel campo di battaglia con turbanti tempestati di gemme.
-Come si vede le due leggende - quella iberica e quella sarda - hanno numerosi punti di contatto, anzi diremo che, a parte qualche particolare, sono identiche. Ed è ovvio che sia la sarda ad aver copiato , visto che ne parla per seconda.
-Francesco Vico nel suo Historia general de la isla y Reino de Sardena dividida en siete partes, pubblicato a Barcellona nel 1639, riferisce di una bandiera rossa con croce bianca, ma lui spiega le quattro teste di moro, col numero di vittorie dei sardi su Musetto.
-Giovanni Maria Serra dal canto suo nella sua Apologia, poco più di cinquant'anni dopo, nel raccontare del vessillo rosso con croce bianca di Benedetto VIII, spiega le quattro teste con le quattro cacciate dei mori da Cagliari.
-Dunque ormai le due leggende si sono fuse insieme: quella sarda del vessillo rosso con croce bianca e quella iberica della bandiera bianca con croce rossa e con le teste di moro trovate sul campo di battaglia.
-La somiglianza in fondo dei due vessilli, seppure coi colori rovesciati, e la circostanza simile della guerra contro i mori, hanno reso possibile un trasferimento e una sovrapposizione della leggenda iberica su quella sarda.
-Di ciò certamente si tratta e non invece della incredibile circostanza di due vessilli identici - uno sardo e uno iberico - nati casualmente uguali in due terre diverse, come hanno sostenuto (?) alcuni storici nostrani.
-Non esiste la minima prova, il minimo accenno a un vessillo del genere in nessun documento medievale sardo fin'ora noto.
-Nessuno dei quattro giudicati aveva un emblema simile ed è quanto meno azzardato ipotizzare che i quattro giudicati, sempre in lotta fra loro, si fossero uniti sotto una sola bandiera. 
 
 

sabato 7 dicembre 2013

Lo stemma dei Quattro Mori

-L'emblema dei Quattro Mori compare per la prima volta in terra iberica, su una bolla di piombo della cancelleria reale di Pietro il grande re d'Aragona, nel 1281.
-Ben sedici anni prima di quel fatidico 1297, anno in cui papa Bonifacio VIII, creando il "Regnum Sardiniae et Corsicae" ovvero "Regno di Sardegna e Corsica", infeudò un altro re aragonese: Giacomo II il "il giusto".
-L'infeudazione, in realtà, non era altro che un "permesso" ufficiale ai re aragonesi di conquistare con le armi le due isole.
-Giacomo II "il giusto" inviò suo figlio l'infante Alfonso alla conquista del Regno di Sardegna nel 1323; quindi dopo 26 anni dall'infeudazione.
-In questo periodo, dei quattro giudicati originari, sopravviveva soltanto il giudicato d'Arborea in quanto gli altri tre (giuducati di Torres, Gallura e Cagliari) erano ormai in mano ai pisani e/o casate pisane e genovesi.
-Il giuduce d'Arborea Ugone II de Bas-Serra, pensava che l'invasione della Sardegna da parte dei catalano-aragonesi, con i quali era in ottimi rapporti da molto tempo, di riuscire a sconfiggere gli odiati pisani. Cosi nel 1322, ad Anagni, aveva stipulato un trattato con i catalano-aragonesi.
-La conquista della Sardegna tuttavia, da parte dei catalano-aragonesi, fu lunga e faticosa, contrastata prima dai pisani e poi da Mariano IV (figlio di Ugone II de Bas-Serra) che cercò di realizzare il grande sogno di unificare l'isola sotto la propria bandiera.
-Stava quasi per riuscirci, avendo conquistato tutta l'sola tranne le città di Cagliari e Alghero, quando mori improvvisamente, forse di peste.
-Alla sua morte subentrò il figlio Ugone III, e la guerra cominciò a non dare più i risultati sperati. Infatti nel 1388, fu stipulato un trattato di pace tra Eleonora (figlia di Mariano IV) e Giovanni I "il cacciatore" re d'Aragona, con il quale si annullavano tutte le conquiste territoriali di Mariano IV e ripristinando i confini originari del giudicato.
-E' a questo periodo di supremazia catalana che risale un codice nel quale, per la prima volta, viene associato al regno di Sardegna l'emblema dei Quattro Mori.
- Il codice in questione è conservato a Bruxelles ed è noto come lo "stammario di Gelre", dal soprannome di Claes Heinen, il suo autore.
-Questo codice, pubblicato da Martin de Riquer, sarebbe la più antica attestazione di un legame di una qualche relazione fra Regno di Sardegna e lo stemma dei Quattro Mori.
-Ma come mai uno stemma creato tanto tempo prima, con altre motivazioni, è usato in questo stemmario quale emblema della Sardegna? Anche gli studiosi iberici sono divisi sulle teorie della creazione dell'emblema dei Quattro Mori.
 
Prima puntata!
un saluto da
sardo sono
 

venerdì 6 dicembre 2013

Nelson Mandela

Un gigante. Nel giorno della sua scomparsa, che altro si può dire?

Spero che si diffonda sempre più in tutte le coscienze il suo pensiero, la sua parola, il suo coraggio, la sua coerenza ma soprattutto il valore mai più razzismo!

sardo sono

Tombe di giganti

-Le tombe di giganti sono monumenti funerari costituiti da sepolture collettive appartenenti all'età nuragica, presenti in tutta la Sardegna.
-La definizione "tomba di giganti" è riferita a "tomba de is mannus" ovvero tomba degli antenati
e non tomba di uomini giganti (o giganteschi!).
-Una di queste tombe, costruita con massi di basalto, è situata nella giara di Siddi ed è denominata sa domu 'e s'orcu. E' in ottimo stato conservativo. BELLISSIMA!!
-Probabilmente erano degli ossari nei quali venivano depositate le spoglie dei defunti una volta che queste erano divenute degli scheletri. Si è ipotizzato che venissero scarnificate prima della sepoltura (sono state rinvenute tracce di questa pratica sulle ossa)
-I sepolcri e le necropoli divennero nel tempo sempre più grandi e solo successivamente la tradizione popolare sarda le ha definite domu 'e s'orcu ossia Casa dell'orco, poiché si pensava che il grosso quantitativo di ossa rinvenute al loro interno fossero i resti dei banchetti di un gigante. Il nome è stato poi italianizzato.
 
un saluto da
sardo sono
 

giovedì 5 dicembre 2013

Domus de Janas

-Le domus de janas sono tombe di epoca preistorica scavate nella roccia. Gli archeologi sostengono che sono state scavate tra il IV e il III millennio avanti Cristo (4000 - 2000 anni avanti Cristo). In Sardegna ne sono state ritrovate oltre 2.400 (più o meno una per chilometro quadrato). Le janas sono creature immaginarie della tradizione popolare sarda; donne minute di indole lunatica, un pò streghe un pò fate; una versione sarda degli elfi. Ovviamente si tratta di una leggenda sarda che combina elementi magici con le costruzioni in pietra!
-Gli scavi effettuati nella necropoli di Cuccuru is Arrius a Cabras hanno permesso di retrodatare queste sepolture nella cultura di Bonu Ighinu (Neolitico medio 4.000 - 3.400 anni avanti Cristo).
-Le grotticelle funerarie sono state scavate su costoni in cui affiorava la roccia viva, in genere una vicino all'altra cosi da formare nel tempo delle vere e proprie necropoli.
-Sporadicamente furono occupate anche durante la civiltà nuragica e in età storica. Infatti la necropoli di Sant'Andrea Priu vicino a Bonorva è stata utilizzata come chiesa in periodo romano e poi in quello bizantino, quando fu più volte intonacata e dipinta con affreschi dedicati alle storie della Vergine, alla vita di Cristo e degli Apostoli.
un saluto da
sardo sono

mercoledì 27 novembre 2013

benvenuta decadenza

Oggi 27/11/2013,  dichiarata la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Questa vicenda si trascinava, mi pare dai primi di agosto di quest'anno. A caldo mi sento di esprimere queste impressioni:
1-La decadenza da senatore segna la fine di un'epoca per la nostra Italia;
2-L'espulsione da una carica elettiva, chiunque sia la persona, non è un avvenimento che fa bene alla democrazia e alle sue istituzioni; fermo restando OVVIAMENTE il principio "CHI SBAGLIA, PAGA". Attenzione: il principio "CHI SBAGLIA, PAGA" non ha colore.
3-Ora che Berlusconi è decaduto ed è fuori dalla maggioranza, il Governo ha meno alibi; spero che finalmente si parli dei problemi che riguardano tutti i cittadini (benvenuta decadenza!!);
ne elenco alcni:
a-riduzione - eliminazione di tutti gli sprechi: VI VOGLIO VEDERE!!
b-riduzione delle indennità ed eliminazione di tutti i vantaggi collegati allo status di politico (cioè i privilegi); dati verificabili  a disposizione dei cittadini
c-orario di lavoro nonchè le retribuzioni dei dipendenti dei ministeri e delle altre istituzioni identico a quello di tutte le altre categorie di lavoratori;
d-abolizione finanziamento pubblico ai partiti; dati verificabili a disposizione dei cittadini
e-interventi di lunga durata sull'ambiente e sul territorio (crea occupazione e protegge l'ambiente dalle calamità); dati verificabili a disposizione dei cittadini.

la mia speranza è di poter scrivere: eliminata l'indennità dei parlamentari, ridotti gli sperchi, abolito il finanziamento pubblico ai partiti e via dicendo. La speranza è sempre l'ultima a morire!!
un saluto da
sardo sono

domenica 24 novembre 2013

I Giudicati o Regni sovrani della Sardegna

-Molti di noi hanno studiato o sentito parlare dei giudicati. Oggi, questa istituzione suscita in generale un certo fascino perchè rappresenta quella fase della nostra storia in cui nasce una nuova forma di governo autonomo composto inizialmente (probabilmente) da personalità sarde dopo le dominazioni straniere (fenici, cartaginesi, romani, vandali ecc.) subite precedentemente.
-Il periodo storico in questione va all'incirca dell'VIII secolo (anni 700-800) sino ai primi anni del XIII secolo (1400), anno di conquista definitiva dell'isola da parte del Regno catalano-aragonese. La scarsità di fonti scritte del periodo, non permette di stabilire con certezza l'inizio preciso dei giudicati. -Tuttavia, sempre in base alle notizie acquisite, possiamo ipotizzare la nascita dei giudicati nel secolo IX (anni 800-900); lo storico Bachisio Raimondo Motzo ipotizza invece l'inizio cento anni prima.
-Le condizioni della Sardegna in quel periodo erano di quasi totale isolamento rispetto all'impero Bizantino al quale essa apparteneva come gran parte dell'Italia. Per difendersi dagli Arabi, i funzionari rappresentanti dell'impero presenti in Sardegna, incominciarono ad esercitare autonomamente il potere decisionale, divenendo poi nel tempo come dei sovrani o giudici (judex).
Questo avveniva anche a Venezia dove veniva eletto il doge (duca o dux) e nel ducato di Napoli.
-L'imperatore, sempre più lontano e impegnato a difendere l'impero in oriente, incominciò a concedere titoli onorifici ai propri funzionari. I titoli, di fatto sancivano il riconoscimento del ruolo come fosse un sovrano (era anche un modo per assicurarsi e conservare la fedeltà dei funzionari all'impero).
-Così l'imperatore bizantino Costantino Porfirogenito (nome curioso!) del periodo 912-959, inviava un documento ufficiale (una bolla d'oro) come importante riconoscimento della funzione particolare che il rappresentante per la Sardegna svolgeva.
-Infine è stata ritrovata un'iscrizione nella chiesa di San Giovanni di Assemini del funzionario (chiamato arconte) Torchitorio (altro nome curioso!), cui il titolo venne concesso.
-Da quanto scritto, si può pensare che alla fine del secolo X (anno 1000), il potere dell'arconte (funzionario) di Sardegna non era più quello originario, ma ormai si poteva paragonare a un vero e proprio sovrano.
-Chi avrà il picere e la curiosità di leggere questa breve storia della nostra isola, potrà commentare,  contestare secondo le proprie opinioni e/o idee, scrivendo nell'apposito spazio in basso alla fine di questo post. Allla prossima puntata!!
un saluto da
sardo sono

Emergenza = Normalità

Quando si parla di emergenza ci si riferisce (o dovrebbe) a situazioni o eventi straordinari. Quando però eventi o situazioni si ripetono con frequenza, l'emergenza diventa la normalità. E' ciò che accade nel nostro Paese ormai da diversi anni. Purtroppo per noi sardi, ora viviamo l'emergenza alluvione (tanto per non farci mancare nulla!).
-Qualche mese fa, abbiamo vissuto l'emergenza immigrazione (ricordate?) a Lampedusa e non solo. Ora tutto tace, anche a causa del maltempo, ma tranquilli che tanto il flusso di immigrati continua. Pensate, migliaia di persone in fuga dalla loro terra, causa principale la guerra (donne, uomini di ogni età, bambini, in parecchi casi, questi non ancora nati).
L'italia, paese di frontiera, accoglie e soccorre tutti; non fanno la stessa cosa altri paesi europei, quali Spagna, Francia, Malta preoccupati anche dalle difficoltà interne ad accogliere questa moltitudine di "disperati" (perchè l'Italia no!?).
-Ci pensa l'Italia! l'Italia accoglie tutti. Ovviamente fa quel che può, a costi enormi (c'è sempre pantalone) ma non basta. Non basta mai perchè l'emergenza è infinità, quindi la...normalità. Abbiamo assistito alla passerella delle autorità europee a Lampedusa; forse ci si è resi conto che il problema immigrazione è un fenomeno che non riguarda solo l'Italia. Quindi va affrontato con il concorso di tutti. Bene, sono ottimista per natura quindi dico speriamo e vediamo le prossime...puntate!
-Ma vorrei aggiungere che in questa continua emergenza è molto difficile se non impossibile pianificare il nostro futuro, perchè le scelte richiedono momenti di riflessione, dibattito tra la gente, confronto pacato delle idee. Se poi alle difficoltà oggettive del "governare" aggiungiamo le divisioni e i conflitti tra le forze politiche, si capisce che tutto diventa molto più complicato
-Concludo sulla nostra Sardegna: noi sardi siamo noti a nche per avere la testa dura che, nel senso buono, significa coraggio, dignità, amore per la propria terra e la sua storia, quindi AJO' DIMONIOS!
un saluto da
sardo sono

sabato 23 novembre 2013

Alluvione in Gallura e non solo

Ho in mente un sacco di cose. Faccio fatica a metterle in ordine! Ma soprattutto non vorrei dire (o ripetere) sempre le solite cose.
Le alluvioni, come gli incendi d'estate, sono ormai entrati a far parte di quegli eventi non più eccezionali ma ampiamente prevedibili e nonostante ciò ci si ricorda soltanto dopo che accadono. Il copione e sempre lo stesso: assistiamo allo sport italiano più diffuso: "lo scarica barile".
1) Protezione Civile al Comune (o altro ente): "Allerta meteo nelle prossime ore...."
2) Comune (o altro ente) a Protezione Civile: "Non abbiamo ricevuto niente! oppure: l'avete mandato a mezzanotte (o di domenica) quando gli uffici erano chiusi."
3) Protezione Civile a Comune (o altro ente): "Noi abbiamo fatto il nostro dovere, siamo con la coscienza a posto."
Questo è il ping-pong che accade subito dopo l'evento, mentre i cittadini coinvolti sono col fango fino al collo.
Scatta poi l'informazione (Tv e giornali) sull'evento: ogni quotidiano o TV "colora" le notizie tenendo conto della propria linea politico-editoriale. Mi piacciono certi cronisti che vanno nelle zone colpite; chiedono agli sventurati immersi nel fango e altro: "come va?  "ha avuto molti danni"?  NO! HO PERSO SOLTANTO TUTTO!
Ma perchè non buttate via il microfono e vi sporcate le mani? oppure ve ne andate a... casa vostra?
I politici poi che fanno i sopralluoghi...mi piacerebbe sapere cosa hanno fatto, o cosa è stato fatto perchè ciò non accadesse; ma soprattutto sapere chi e come sono state utilizzate le risorse destinate alla salvaguardia del territorio.
A Capoterra, alluvione del 22-ottobre 2008, (riordate?) cos'hanno fatto? più niente che poco.
E' un film che continueremo a vedere ancora per tanto tempo? Ho un sogno, vorrei tanto sbagliarmi.
un saluto e un abbraccio a tutti
da sardo sono

domenica 17 novembre 2013

Omaggio a mia madre

Eugenia mia,
un anno fa, 18/11/2012, hai lasciato questo mondo all'età di 92 anni. Sei e sarai sempre presente nei pensieri e ricordi miei, di Flavia, Cristina, Francesca, Sandro e nipotini Matthias e Luisa Sofia.
Un abbraccio ideale da tutti noi!!
 

Spending Review = Revisione della spesa pubblica

Quante volte abbiamo sentito queste parole in inglese. Siamo degli inguaribili esterofili; inglese è bello! Io dico invece che da ciò traspare un certa "sudditanza psicologica" nei confronti di questi "comunicatori" d'oltralpe che cercano d'imporre un linguaggio estraneo alla nostra cultura.
Dicevo: Spending Review ovvero Revisione della spesa pubblica. Io invece vorrei più che revisione RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA!
A volte mi chiedo se lo Stato sa quanto patrimonio possiede e come farlo fruttare. Guardandomi in giro, ho dei forti dubbi. D'altra parte non si può non sottolineare che parecchie attività dove lo Stato ha messo le mani, si sono prodotte situazioni di malaffare, corruzione, clientele con spreco di risorse enormi. Ovviamente, non bisogna mai buttare via il bambino con l'acqua sporca. Intendo dire con ciò che ci sono anche realtà di eccellenza e...menomale!
La riduzione della spesa deve passare attraverso un criterio di progressività secondo quanto stabilisce la nostra costituzione: Ogni cittadino deve concorrere al sostentamento dello Stato in proporzione alla propria capacità contributiva. 
Domando: negli ultimi vent'anni di quanto è stato ridotto (se lo è stato?) lo stipendio dei politici e di tutti coloro  che gravitano intorno?
In base a quale criterio di professionalità, titolo di studio e quant'altro, un elettricista, idraulico, archivista, passacarte, barbiere e chi più ne ha più ne metta alle dipendenze delle Camere, del Quirinale, palazzo Chigi e di altre istituzioni dello Stato percepiscono una retribuzione iniziale lorda di 30 mila €/anno fino a raggiungere dopo trent'anni 100-130 mila €/anno?
La politica deve dare segnali CONCRETI e verificabili su questi temi.
un saluto da
sardo sono

mercoledì 13 novembre 2013

Mia madre

Eugenia mia, quanti ricordi! oggi posso dire tutti belli. Anche se tu eri autoritaria ma, col tempo ho capito che era a fin di bene. GRAZIE!
Ricordo....
-Quando all'età di cinque - sette anni, non avevo molto appetito, mi "obbilgavi" a mangiare "amarolla"(per forza). Mi portasti anche da uno specialista a Cagliari il quale mi prescrisse delle punture e una medicina chiamata "olio di fegato di merluzzo". bleh, bleh, bleh !!!
-Quando la domenica mi facevi il bagno davanti al fuoco e mi aiutavi a vestirmi per andare a messa.
-Quando dopo il tramonto (verso l'ora di cena) mi mandavi alla bottega di alimentari a comprare i fiammiferi, oppure "duasa o tresi unzasa de cunserva"(due o tre once di conserva)
-Quando all'ora di cena non mi vedevi tornare e uscivi a cercarmi; tu mi chiamavi a voce alta in paese, in periferia e nella vicina campagna. Io ti sentivo ma non avevo il coraggio di risponderti e allora correvo a casa arrivando prima di te. Tu, quando tornavi (non certo contenta del mio comportamento!) me le suonavi...una musica nella schiena e nel sedere.
-Quando mi mandavi a tagliarmi i capelli. Mi dicevi: "naraddi a su brabieri de ti tundi a s'umberto"(digli di farteli all'umberto, cioè a spazzola). Una volta, dpo che il barbiere mi aveva tagliato i capelli, i clienti presenti (tutti adulti) dicevano che mi aveva rapato a zero. Siccome allo specchio non ci arrivavo non potevo controllare (ovviamente era uno scherzo, ma io c'ero cascato). Corro a casa quasi piangendo. Tu appena mi vedesti: " puita sesi prangendi"? (perchè stai piangendo?) Io: "m'anti tundiu a rasu"(m'hanno rapato a zero). La tua reazione: "ge se pagu stramu! castiadi in su sprigu" (quanto sei tonto! guardati allo specchi).
-Quando andavo a trovare Luciano Porru il calzolaio. Un giorno mi taglio un dito con il trincetto (lama affilatissima). Vedendo il sangue mi spaventai. Luciano e il suo apprendista incominciano: "cessu ti morrisi cun didu atottu"!(muori con il dito). Scappo di corsa a casa, tu mi vedi spaventato con il dito insanguinato e mi chiedi "ita asi fattu?" Io: "ziu Lucianu m'adi nau ca morru cun didu atottu". Mamma ero proprio un...boccalone. Tu dicesti: "stramu da Gesu Cristu".
-Quando andai a fare il pastorello a Turri a casa dei fratelli Atzori (Dino e Paolo). Rientrai a casa dopo qualche settimana per cambiare la roba personale utilizzata con altra pulita, e scoprì che nonno Masala era morto. Era il 1961.
-Quando andavo a giocare nella trebbiatrice, ferma nell'aia con un figlio del prorpietario e altri coetanei. Mentre stavamo curiosando e armeggiando mi schiaccio il pollice della mano sinistra. Torno a casa con l'unghia a penzoloni. Dolori, dolori. Tu mi medicavi tutti i giorni con tanta pazienza a attenzione.
-Quando abitavamo a casa di nonno Piras, iniziai a frequentare le elementari. Ricordo che quando facevo i compiti prendevo la matita con la mano sinistra. Nonno mi dava all'improvviso certi schiaffoni sulla nuca che... era un piacere! Risultato: ho imparato a scrivere con la destra!!
per oggi basta
un saluto da Armando
sardo sono  

venerdì 8 novembre 2013

Una storia lunga...continua

Età del rame (o dei primi metalli). Periodo: 2.480-1.800 anni avanti Cristo; durata: 680-700 anni
Di questa età, in Sardegna sono state individuate tre culture:
A) Abealzu - Filigosa
B) Monte Claro
C) Vaso campaniforme
 Espongo alcune mie riflessioni sull'argomento
La scoperta dei metalli segna un cambiamento epocale in quanto grazie alla fusione, diventa possibile realizzare numerosi oggetti utili alla vita quotdiana, anelli, collane, nonchè armi di difesa e offesa. Con questa nuova tecnica diventa possibile accumulare delle scorte di oggetti e armi e con ciò consentire agli abitanti di procurarsi (o conoscere), attraverso il baratto (?) o addirittura impadronirsi con la forza (?) degli oggetti o delle armi, custoditi dai personaggi che detenevano i segreti delle tecniche di fusione e ricerca dei minerali. In questo contesto, possiamo ipotizzare situazioni di conflitto che potevano sfocciare in scontri tribali o di clan. I detentori dei segreti della fusione provenivano dall'oriente (Anatolia, l'odierna Turchia, isole egee, Cipro) e grazie alle loro conoscenze possiamo ipotizzare che s'imposero sulle popolazioni locali, proponendo (o imponendo?) loro questi nuovi oggetti e/o armi dal potere di grande attrazzione. Da questa epoca, deriverà l'età del Bronzo (una lega rame-stagno) durante la quale si svilupperà in tutta la sua grandezza e splendore la civiltà nuragica.
Delle tre culture citate all'inizio, parlerò successivamente. Intanto un grazie per l'attenzione e un saluto da Armando.
sardo sono

giovedì 7 novembre 2013

Commedia "sa musca cuaddina" - replica

Sentite, sentite, sentite: Attenzion! Battaglion! Popolazion!
sabato 9 novembre alle ore 18,00 circa a Serramanna in via Parrocchia verrà rappesentata la commedia in sardo - campidanese "Sa musca cuaddina".
Partecipate, partecipate, partecipate!!!!!!!
un saluto da
sardo sono

lunedì 4 novembre 2013

Nuraghe di San Marco - descrizioni e dettagli

Premessa:
La fonte delle notizie appresso riportate, è tratta dalla 44ma Riunione scientifica del 23-28/nov.2009 - La preistoria e protostoria della Sardegna- a cura di Maria Lucia Atzeni, Giulia Balzano, Gianfrancesco Canino, Donatella Cocco.

Il monumento è costituito da un impianto trilobato, che si compone di una torre centrale (A) o mastio, il punto più elevato del monumento superstite e da tre torri a nord-ovest (B) a sud-ovest (C) rispetto alla torre centrale (A). La terza torre (F) di dimensioni inferiori rispetto alle precedenti, costituisce il lato sud-est.
-La camera della torre (B) è articolata in una serie di sei feritoie e due nicchie e si apre sul cortile con un passaggio attualmente scoperto.
-L'interno della torre (C) è modulato da nove feritoie e due nicchie ed è collegato al cortile da un ingresso architravato.
-La torre (F), che presenta una nicchia nel settore settentrionale e si apre sul cortile con un ingresso provvisto di architrave, ha restituito una successione stratigrafica tardo-romana e repubblicana.
-Lo spazio del cortile, a forma di falce, funge da disimpegno tra i vari elementi del monumento.
-L'antemurale annovera cinque torri, conservate per l'intera circonferenza. Le immdiate adiacenze del nuraghe e le sue stesse strutture, hanno subito nel corso dei secoli una rioccupazione e un riutilizzo significativi, a partire dalla fase tardo-punica (IV-III secolo avanti Cristo) a quella romana e tardo-antica (IV-VI secolo dopo Cristo) fino a una sporadica frequentazione in pieno medioevo.
-All'interno della torre (C) si è messa in luce una sepoltura (tomba 1) di un inumato di sesso maschile. Il corpo, completamente conservato e il cui capo è rivolto a est, presenta arti inferiori ripiegati con le ginocchia rivolte verso l'alto. All'altezza del bacino, in prossimità della mano, è stata rinvenuta una piccola moneta illeggibile. Nella stessa torre, durante lo scavo che immette al cortile, si sono evidenziate delle lastre di marna disposte a mò di copertura. Al di sotto delle prime ne sono emerse delle ulteriori. Al di sotto di questa sistemazione, si èmessa in luce una seconda sepoltura (tomba2). L'inumato era deposto in posizione rannicchiata sul fianco sinistro. In prossimità del cranio, danneggiato dalle radici di un olivastro, è stata rinvenuta una moneta anche in questo caso illeggibile.
-Nella torre (F), è stata messa in luce una terza sepoltura (tomba 3). Rimosso il terreno di riempimento, che ha restituito molte ossa di animali, si è messo in luce lo scheletro di un individuo di giovane età (forse un bambino). E' probabile che la sepoltura non fosse isolata: il rinvenimento di porzioni di calotte craniche pertinenti ad altri individui, lascia ipotizzare dovessero essere presenti a più livelli almeno due o tre deposizioni. I materiali rinvenuti ci riportano alla tarda romanità. Ciò conferma l'abitudine, anche in questo periodo, di un riutilizzo consapevole delle aree disponibili per rutuali funerari delle strutture preesistenti come solida base d'appoggio per gli spazi creati nel periodo della rioccupazione romana.
-Nonostante la posizione defilata del sito, l'area rivestiva in età antica una evidente importanza. La sua posizione, a breve distanza da altri nuraghi, e la sua complessità lasciano ipotizzare una funzione legata al controllo e alla gestione del terrirotio immediatamente circostante.
Ringrazio tutti coloro che avranno la pazienza di leggere questa pagina. Ogni commento o curiosità è graditissima!!
un saluto da
sardo sono

venerdì 1 novembre 2013

Nuraghe San Marco di Genuri

Sorge a poche centinaia di metri dall'attuale centro abitato, ai piedi della giara e in prossimità della chiesa del Santo omonimo. Posto in un'area di proprietà comunale di circa 3500 mq, il monumento è stato oggetto di diverse campagne di scavo dal 2001 in poi. Esso è costituito da un impianto trilobato, che si compone di una torre centrale e tre torri laterali. L'impianto disegna un ideale quadrilatero di forma regolare. Gli scavi hanno evidenziato in successione stratigrafica una frequentazione tardo-romana, repubblicana e punica fino alle prime commistioni con il periodo tardo nuragico. Nel corso degli scavi è stata evidenziata completamente la robusta cinta antemuraria composta da cinque torri.
Successivamente spero di fornire altre notizie, nella speranza di poterlo visitare quanto prima, aperto a tutti.
 
un saluto da
sardo sono

domenica 27 ottobre 2013

Mio padre 2

Di te ricordo tante cose, tutto.
Ricordo quelle volte che andavi alla "campagna" della mietitura a Villacidro: durava circa tre settimane. Quando tornavi portavi le ciliegie di Villacidro. Era festa!!
Ricordo quando coltivavi a mezzadria un terreno della famiglia Zedda. Un anno coltivavi le fave, l'anno dopo il grano. Il terreno era lontano da Genuri: esattamente si trovava sotto il ciglio della giara e al confine tra il monte di Genuri e quello di Sini. Quanto lavoro...!
Ricordo quando si macellava il maiale. Per fare questo lavoro, a volte chiamavi il mio padrino Gesuino Cancedda, a volte l'amico di famiglia Salvatore Turno, altre volte veniva un signore che aveva la macelleria, il sig Silvio Garau.
Ricordo quando mamma faceva la salsiccia, tu eri anche "l'assaggiatore" e davi i consigli a lei per aggiungere o correggere i condimenti!
Ricordo quando mi portavi con te a fare il manovale (età 14-16 anni). Allora si lavorava e si costruiva con le pietre e il fango. Mi insegnavi a usare il filo a piombo e altro, ma evidentemente non ero portato.
Ricordo quando partisti a Milano nel gennaio del '64. Mi abbracciasti e notai i tuoi occhi lucidi. Erano lucidi anche i miei. Rientrasti a Genuri nell'estate dello stesso anno.
Ricordo quando tu e mamma vi alzavate alle tre di notte ("su chizzi") per fare il pane. Parlavate tanto (e ridevate!) mentre lavoravate a mano la pasta. Io a volte mi svegliavo e mi alzavo (avevo 7-10 anni), mamma cercava di mandarmi a dormire; tu a volte intervenivi a mio favore: "lassadu stai du bisi ca no tenidi sonnu".
Ricordo quando venivi a casa a fare lo spuntino di mezza mattina ("a murzai"). Se mamma stava togliendo il pane dal forno, tu prendevi un focaccia ancora fumante (in sardo "sa lada" con il buco in mezzo), la spezzavi e la condivi con olio d'oliva, oppure con formaggio, pomodoro, cipolla!!
...per oggi basta così!

un saluto da
sardo sono


 

sabato 26 ottobre 2013

Una lunga storia

Con il Neolitico (età della pietra levigata, sei-settemila anni avanti Cristo), la nostra isola risulta definitivamente abitata e in modo continuato. Gli uomini di questa nuova cultura erano attrati dall'ossidiana del Monte Arci, oggetto di un vasto commercio verso le coste del Tirreno e del Mediterraneo.
Possiamo dividere questo lungo periodo in tre fasi:
A) NEOLITICO ANTICO (6.000 - 3.730 anni avanti Cristo; durata 2.300 anni): cultura detta de "Su Carropu - Monte Sirai", località nei pressi di Carbonia;
 
B) NEOLITICO MEDIO (3.730 - 3.300 anni avanti Cristo; durata 400 anni circa): cultura detta di "Bonuighinu", località nel territorio del comune di Mara (prov. SS) nelle vicinanze di Pozzomaggiore;
 
C) NEOLITICO RECENTE O SUPERIORE (3.300 - 2.480 anni avanti Cristo; durata 800 anni): cultura di Ozieri o di San Michele, dal nome di una grotta nei pressi di Ozieri.
Ecco alcune caratteristiche delle tre fasi citate: 
-Nel Neolitico antico la decorazione in massa alla ceramica applicata prima della cottura sulla pasta non  essiccata del vaso, impressa construmento naturale: la valva del mollusco "cardium edule" ovvero la  vongola.
-Nel Neolitico medio (Bonuighinu), si registra un aumento demografico. L'uomo ormai entra nel profondo dell'isola per fruire dei pascoli per il bestiame e sfrutta le terre fertili ricche di beni naturali e propizie alla coltivazione ceralicola. Grazie all'esame  di resti ossei, gli uomini di Bonuighinu hanno evidenziato, tra l'altro, una statura di circa 1,60 metri per gli uomini e 1,50 metri per le donne.
-Il Neilitico recente o superiore fu una vera rivoluzione le cui conseguenze culturali ed etniche furono d'importanza capitale nella storia dell'incivilimento dei popoli primitivi. I protagonisti di questa rivoluzione furono i cercatori di metalli: dell'oro, dell'argento, del rame, del piombo. Provenivano dall'Anatolia, la moderna Turchia e dalle isole egee). L'itinerario percorso fu quello della grande via longitudinale del Mediterraneo, avente da un estremo (oriente) l'Anatolia e dall'altro il sud della Spagna. L'occidente del Neolitico recente fu una sorta di California in anteprima! Sono come sempre gradite opinioni, osservazioni, idee, integrazioni ecc.
Alla prossima puntata!

un saluto da
sardo sono

lunedì 21 ottobre 2013

Mio padre

Di te ricordo tantissime cose, tutto. Ricordo quando stavano costruendo la nuova scuola elementare a Genuri (oggi, è il centro sociale) e tu lavoravi come muratore nell'impresa costrutrice. Ricordo di una volta (avevo sei-sette anni) in cui tu stavi per andare al lavoro e io a scuola. Siccome pioveva e c'era molto vento, tu mi accompagnasti per un pezzo con il tuo ombrello. Arrivati in piazza Putzu Marco, un colpo di vento forte per poco ti strappava l'ombrello dalle mani, ma tu eri forte e riuscisti a evitare che volasse via! Mi stringesti a te per proteggermi. Ricordo quando discutevi con mamma dei problemi quotidiani: quando fare il pane, quando ammazzare il maiale, quando trebbiare le fave, il grano nell'aia del sig. Lorenzo Zedda. Ricordo quando a casa veniva Vincenzo Branca (*) a cui tu stavi insegnando il mestiere, a prendere attrezzatura o altro. Mi sembra di vederlo: una volta portò a casa un uccello nero (merlo?) che aveva preso nella casa del parroco dove stava lavorando con te. Io scappai e mi nascosi per la paura!
(*) il povero Vincenzo morì in un incidente strdale a Cagliari nei primi anni sessanta.
Ricordo quando mamma ti faceva trovare la roba pulita la domenica mattina o in altre giornate di festa (in sardo si dice "die nodida"= ossia giornata importante, di festa), per San Marco, Santa Maria, Pasqua ecc. ecc., che tu indossavi per andare a messa. Ricordo il dolce che tu preferivi e che in queste feste non mancava: il torrone!!
...Ricordo...alla prossima!!
un saluto
sardo sono

domenica 20 ottobre 2013

I primi sardi

Premessa
La Sardegna dista dall'Africa 180 km, dalla penisola (coste toscane) 188 km, dalla Sicilia 278 km, dalle isole Baleari 315 km (si tenga presente però la Corsica che fa da "ponte" verso il golfo della Liguria).
Come sono arrivati i primi uomini?
L'ipotesi più probabile (parliamo di ipotesi!) è quella che l'isola sia stata raggiunta grazie ad un "ponte di terre" che univa le coste sardo-corse alla costa della Toscana attraverso l'arcipelago dell'isola d'Elba. Infatti nell'ultima glaciazione avvenuta 200.000 anni fa, il livello del mare si abbassò di oltre 200 metri. Detto abbassamento dovrebbe aver permesso il passaggio dei primi"sardi", alla ricerca (forse) di luoghi più vivibili. A conferma di quanto scritto, sono stati ritrovati reperti del paleolitico (150.000 anni fa) nel territorio di Ploaghe. Tuttavia, vale la pena sottolineare che questi reperti hanno anche delle somiglianze a reperti dello stesso periodo trovati sulle coste liguri. L'argomento, ovviamente non può essere esaurito con queste note. E' gradito qualsiasi contributo sul tema!
 
un saluto da
sardo sono
 
 

venerdì 18 ottobre 2013

Tirrenide

 
 

Leggenda n. 1
Millenni fa esisteva un continente chiamato TIRRENIDE. Era un continente grande e bello, popolato da uomini e animali. Una notte chissà per quale motivo si abbattè su di esso la collera spaventosa del dio :il suolo cominciò ad agitarsi, ci furono scosse tremende e il mare fu sconvolto da una furia terribile . Le onde si innalzarono fino al cielo e si abbatterono come un’enorme furia sul continente, fecero franare le coste e inondarono le pianure e poi si riversarono sempre più alte sui colli e sui monti.
Il continente stava per inabissarsi allorché improvvisamente l’ira di dio si placò e poiché una parte del continente emergeva ancora, egli vi pose il piede sopra e riuscì trattenerla prima che i flutti la ingoiassero. Così della grande TIRRENIDE non rimase che quella terra solitaria in mezzo alla vasta distesa d’acqua terra che si chiamò ICHNUSA che significa appunto " A FORMA DI PIEDE".
da: "LO ZAINETTO" - Blog di maestra Elisa e dei suoi alunni - Villacidro.
 

maestra Elisa

Nome: Elisa Fonnesu



dal libro del Prof. Giovanni Lilliu:
“Frammento d’un vecchio esteso continente alla deriva (la Tirrenide), isola nell’sola, chiusa per uno stretto giro radente le sue coste massicce, poco articolate, dal mare distaccata per un largo cerchio dalle più vaste e potenti terre delle penisole iberica e italiana e dall’Africa continentale, la Sardegna, l’antica zolla che i greci assomigliarono a un piede umano, ebbe segnato in parte dalla natura stessa il suo destino che la sua gente – ed altre genti sopravvenute su di essa da ogni parte – perfezionarono con spietata coerenza.”
 
Ho pensato di proporre queste note sulla storia della sardegna, sperando di suscitare l'interesse di tante persone sarde e non!
 
Complimenti vivissimi a maestra Elisa e i suoi alunni!!
 
un saluto da
sardo sono

 
 
 
 
 
 
 
 
 




giovedì 10 ottobre 2013

Lampedusa 3

Quante volte abbiamo assisitito ad avvenimenti tragici (in questo caso alla morte di tante persone annegate in mare vicino a Lampedusa) e solo di fronte all'accaduto, meglio dire alla morte, tutti poi (politici, giornalisti, economisti, vescovi, intellettuali, ecc. ecc.) si precipitano a dichiarare, esprimere, denunciare, accusare, commentare  e... chi più ne ha più ne metta, gli avvenimenti. In questi giorni ho sentito proporre il Nobel per la pace a Lampedusa (che c'entra??). Altri ha proposto di portare o far giocare la nazionale di calcio a Lampedusa. "I morti recuperati dal fondo del mare ora sono cittadini italiani". Questa si che è fortuna!! E i barconi continuano ad arrivare. E io mi chiedo: le risorse per accogliere tutti questi disperati chi le mette?? Ma naturalmente noi perchè siamo europei; venite, venite, venite, tanto a noi che ci interessa? siamo o non siamo europei!
 
un saluto
sardo sono
 

lunedì 7 ottobre 2013

Lampedusa 2

Si continua a recuperare cadaveri. Una distesa di bare senza fine e senza nome. Una tragedia quasi... annunciata. Provo a riflettere, ma sono molto confuso; mi passano per la mente i tanti, troppi dibattiti privi poi di fatti concreti, di assunzioni di responasbilità, polemiche e solo polemiche, di tentativi nel dare risposte al fenomeno dell'immigrazione che, penso non si possa fermare soltanto con gli strumenti tipo repressioni, respingimenti ecc. ecc. La disperazione di queste persone credo sia del tutto fuori controllo. Ricordo che qualche anno fa respinsero dei clandestini dall'Italia verso il paese d'origine. Alcuni di loro si erano quasi vantati nell'affermare: "rispeditemi pure al mio paese, tanto alla prima occasione io ritorno, statene certi che ritorno"!
 
Sarei curioso di conoscere le inziative concrete dei paesi cosiddetti sviluppati per aiutare questi disperati in casa loro, non con le armi (mercato sempre florido!) ma con ciò che serve alla gente: istruzione, rispetto delle loro tradizioni, sostegno economico iniziale ecc. ecc.
 
un saluto
sardo sono

domenica 6 ottobre 2013

Lampedusa...

Non basta la passerella di rito del (dei) politico/i di turno che ormai abbiamo visto migliaia di volte con belle parole, dichiarazioni di circostanza e dopo qualche giorno, dopo aver ripulito l'isola di cadaveri, i disperati continuaro ad arrivare come prima e più di prima. L'Europa (parola vuota) adesso,  dopo l'ennesima tragedia, si accorge che c'è un...problema! Ricordo che anche qualche anno fa il governo italiano pose il problema all'Europa sostenendo che il fenomeno dell'immigrazione riguardava tutti, ma ovviamente l'Europa che conta disse in parole povere "sono cavoli vostri".
La mia speranza è che ci sia finalmente una maggiore consapevolezza dell'Europa sul fenomeno, non dimenticando soprattutto che l'Italia non è in grado di accogliere tutti.
 
un saluto
sardo sono

giovedì 3 ottobre 2013

Tanto tuonò che non piovve

Si, proprio così! Ieri il parlamento ha rinnovato la fiducia al governo guidato da Enrico Letta. C'era forse un'alternativa? Mi auguro che adesso davvero i toni si abbassino e si pensi una buona volta al bene del paese. Ha prevalso (anzi, ha vinto) il buon senso di tutti, anche se qualcuno ha tirato...la corda sino all'ultimo minuto. Per favore smettano (e smettiamo) di concepire la dialettica politica come fosse uno scontro all'arma bianca.
ADESSO E' ORA DI PENSARE AL BENE DELL'ITALIA.
 
un saluto!
sardo sono

martedì 1 ottobre 2013

riflessioni...

sono giornate davvero tormentate per il nostro paese! mi riferisco alla situazione politica molto complessa. Il metodo di chi "urla più forte" o magari usa la politica (dice) per il bene del paese ma nei fatti è sempre lì, e non certo gratis! non potrà mai risolvere i veri problemi della gente. Che fare? la prima cosa che mi viene in mente è che tutti devono abbassare i toni, aspettare che il polverone si sia abbassato per poter vedere cosa c'è intorno. Oggi nessuna forza è in grado di governare da sola; la convivenza è d'obbligo. Pongo a me stesso e a chi leggerà queste note la domanda: se si vota domani cosa cambia per chi ogni giorno deve farsi il mazzo per portare a casa la pagnotta? (quando c'è la pagnotta, perchè per tanti non c'è nessuna pagnotta ma "sceti fammi", tradotto solo fame).
 
un saluto
sardo sono

lunedì 30 settembre 2013

Festa del borgo a Sanluri

Ieri 29/settembre si è svolta la festa del borgo. Si tratta della rievocazione degli antichi mestieri giunta ormai alla 18a edizione (? mi pare). Io ho partecipato alla manifestazione assieme agli amici della compagnia filodrammatica di Sanluri. Abbiamo offerto alla gente "pani arridau luntu cun oliu de obia", più conosciuta con il nome "bruschetta"!! Ovviamente, abbiamo utilizzato il pane di Sanluri il classico "civraxiu": circa 70 chili di pane; inutile dire che andava via...come il pane.  E' stato un successone. La gente ha apprezzato l'iniziativa; abbiamo trascorso in compagnia una giornata splendida. A fine serata, abbiamo cenato e...bevuto, stanchi ma contenti!!
un abbraccio e alla prossima.

sardo sono

mercoledì 25 settembre 2013

il fascino della storia

mi chiedo abbastanza spesso: it esti sa storia?; cos'è la storia? Mi immagino un viaggio il cui percorso e destinazione, inzialmente sconosciuto, viene scoperto nel corso della vita da ogniuno di noi. Quando in questo percorso o viaggio ci si ritrova in tanti, allora si fa la storia. Appunto, la storia questa  compagna di viaggio; una grande risorsa a disposizione di tutti noi capace di farci vedere gli errori, e grazie a questi evitare di ripeterli.
sardo sono

lunedì 23 settembre 2013

l'estate non sta finendo!!

si proprio così: l'estate non sta finendo. Oggi mi sono dedicato alla provvista della legna per l'inverno. Per questo tipo di lavoro, giornata ideale perchè con questo caldo la legna si asciuga oppure si secca ancora di più!! "Ca gei arribada s'ierru". Sa linna spàcciada prima de t'indi accatai. In custu tempusu, si chistionada de sa binnenna, de sa linna po su fogu, de sa mendua de inforrai, mancai Paschiscedda siada ancora attesu (m'arregodu a picioccheddu, candu babu segàda sa méndua inforrada accanta de su fogu; oburu candu arrustiada sinzigorrusu e tuvara in sa bragia).
traduzione: "Tranquilli che l'inverno arriva". La legna finisce e manco ce ne accorgiamo. In questo periodo si parla di vendemmia, della provvista della legna, delle mandorle da tostare, anche se il Natale è ancora lontano (mi ricordo da ragazzino, quando papà spaccava le mandorle tostate vicino al fuoco, oppure quando arrostiva nella brace lumache e funghi).
 
alla prossima!
sardo sono

sabato 21 settembre 2013

lavoro per i nonni

questa settimana l'abbiamo trascorsa da nostra nipotina Luisa Sofia perchè ha iniziato la frequenza alla scuola materna, e molto volentieri ci siamo prestati a fare il mestiere di...nonni. Auguro a tutti di vivere questa esperienza totalmente diversa da quella di genitori!

il blog, spero di riprendere ad alimentarlo con cadenza più regolare. Come ho già avuto occasione di dirlo in precedenza, tra le mie passioni c'è senz'altro la storia (quella che parala della nostra Sardegna ma non solo) quella che molto spesso non è  riportata nei libri di scuola e quindi scarasmente conosciuta, ma non per questo meno importante.
a presto
sardo sono

domenica 15 settembre 2013

matrimonio di roberto e gabriella

14/settembre/2013
Roberto e Gabriella si sono sposati a Sanluri (paese della sposa) nella chiesa di San Pietro. Il rito è stato celebrato dal parroco di Senis (paese dello sposo). E' stata una cerimonia semplice: il parroco, legato a Roberto e famiglia da vecchia amicizia, è stato molto...franco sull'importanza della scelta di sposarsi, le responsabilità presenti e future di questo legame, il periodo molto complesso e travagliato che attraversa l'intera chiesa cattolica. Ma tutto ciò deve soltanto spronarci a non perdere la fiducia nella famiglia, nucleo primario della nostra società.
 
Gli sposi hanno offerto il pranzo a parenti e amci (tra cui noi!!) e per chi ha voluto, pure la cena in un bellissimo posto chiamato "Luna Sorgente"- Lunamatrona. E' stato anche qui tutto perfetto: pranzo abbondante e di qualità; nel tardo pomeriggio tutti fuori in...pista da ballo! C'erano veramente tanti invitati, è stata una giornata indimenticabile. Grazie di cuore da parte mia, e della mia famiglia. Io, lo confesso, avrei voluto rimanere fino a tardi ma ero tanto stanco della recita della sera precedente in piazza San Pietro a Sanluri (vedi post precedente). Con gli sposi ci vedremo successivamente. Per ora rinnovo gli auguri più sinceri agli sposi Roberto e Gabriella.
un abbraccio e a presto
sardo sono

sabato 14 settembre 2013

commedia "sa musca cuaddina"

13/settembre/2013
replica della commedia in piazza San Pietro a Sanluri. E' andata molto bene! tutti noi siamo rimasti veramente soddisfatti dell'accoglienza che ci ha riservato il pubblico. Grazie, grazie di cuore.
Abbiamo lavorato per l'intero pomeriggio a preparare la scenografia e tutto il resto (sedie, e più tendoni per nascondere le "quinte" al pubblico da noi utilizzate per l'entrata in scena, cambiarci ecc. ecc.). Abbiamo cenato tutti assieme (pizza per tutti!), poi via in scena!! Finito lo spettacolo verso le 23,40 e dopo, smontare la scenografia, luci ecc. ecc. una gran fatica ma davvero contento.
un abbraccio
sardo sono

martedì 10 settembre 2013

romanzo storico: 1409 Fuga sulla giara

si tratta di un romanzo storico ambientato nel periodo della decisiva battaglia di Sanluri tra le truppe sarde del Giudicato d'Arborea e le truppe catalano-aragonesi del Regno di Sardegna (quello creato e infeudato da papa Bonifacio VIII nel 1295 al sovrano Giacomo II).
Questa è la cornice storica, all'interno della quale si sviluppa la nostra vicenda. Infatti, dopo la sconfitta subita dalle truppe sarde (Giudicato d'Arborea), l'ultimo giudice Guglielmo III di Narbona decide di affidare ad un gruppo di fedelissimi, il tesoro del giudicato per essere nascosto e impedire ai vincitori catalano-aragonesi di impossessarsene. In tutto il romanzo si sviluppa l'azione e la lotta tra le forze in campo: da un lato i sardi, conoscitori della loro terra, intergati nell'ambiente, e grazie a ciò in grado di mettere in difficoltà i nemici invasori. L'autore nel suo romanzo, descrive con semplicità quel periodo citando particolari verosimili tipo il vestire, il mangiare, le armi, l'ambiente ecc. ecc. Cita animali oggi estinti in Sardegna (l'orso).
Cita adolescenti (sostenuti dagli  adulti) che vivono sulla giara addetti alla custodia del bestiame ma perfettamente integrati nell'ambiente in maniera armonica, pronti a difendere la loro libertà e coloro che fuggono dalla guerra e dallo straniero.
Come ho detto all'inizio, si tratta di un romanzo e l'autore a mio parere ha voluto sottolineare i valori di unione e armonia tra le persone, merce rara da sempre ma non bisogna arrendersi!!
Concludo ricordando un giudizio che davano gli aragonesi (e poi spagnoli) di noi sardi: "pocos, locos, y mal unidos", ossia pochi, allocchi e divisi.  Invece sarebbe bello se fossimo "medas, sabios e unidos, ossia molti, saggi e uniti!!
ciao
sardo sono

domenica 8 settembre 2013

debutto - commedia

finalmente! abbiamo debuttato con la ormai nota commedia "sa musca cuaddina" a Furtei, paese vicino a Sanluri (a circa cinque kilometri). Oltre al solito lavoro preparatorio dello scenario tipico di queste commedie, si è reso necessario chiudere con dei tendoni i tre lati del palco, che sta nella  piazza, (aperto ai quattro lati). Questo lavoro in più ha comportato uno sforzo collettivo non indifferente, ma in particolare ha lavorato Mario uno dei componenti della compagnia teatrale "La Filodrammatica". Abbiamo iniziato lo spettacolo alle 22,00 circa ed è terminato a mezzanotte. Come ho detto più volte e, nonostante ci fossimo preparati con passione, (ogni volta è sempre la prima volta!), colpevole soprattutto l'emozione, qualche errore c'è stato ugualmente. Ma ciò, non ha per fortuna penalizzato i contenuti della commedia ed il pubblico si è divertito ugualmente. Abbiamo ricevuto tanti complimenti ed applausi!!
Il prossimo appuntamento è per il 13 di settembtre a Sanluri sempre in piazza...OGNI VOLTA E' SEMPRE LA PRIMA VOLTA! GLI ESAMI NON FINISCONO MAI...E' LA VITA

ciao a tutti
sardo sono

sabato 7 settembre 2013

debutto

oggi 07/settembre debutto a Furtei con la commedia in sardo "sa musca cuaddina". Si, il tempo volge al...sereno quindi tutto dovrebbe andare per il meglio!
approfitto per annunciare che venerdi 13/settembre ci sarà la replica a Sanluri in piazza San Pietro. spero che il tempo ci sia...amico!!
a domani per i commenti, ciao
sardo sono

lunedì 2 settembre 2013

commedia rinviata

sabato 31 agosto, causa pioggia abbondante, non è stata presentata la commedia "sa musca cuaddina". la nuova data è il 13 settembre (venerdi). alla stessa ora invece, il giorno 7 di settemmbre ci sarà il debutto a Furtei ovviamente con la stessa commedia.

confesso che in questi casi faccio fatica a pensare ad altro! tuttavia, mi sono ugualmente occupato della piccola casetta di Genuri, dove in parte io e in parte un muratore amico abbiamo sistemato alcuni particolari di poco conto ma non per questo meno importanti! andare a Genuri come ormai faccio da...sempre, mi da un senso di serenità, come quando si raggiunge un grande obbiettivo coltivato per tanto tempo. mi sono ormai convinto da tanto tempo che la vita va vissuta per quello che è: quando pensiamo o crediamo di essere chi sa chi, basta uno starnuto un pò forte per farci preoccupare e ritornare con i piedi per terra!! quando vedo i miei nipotini (Matthias 11 anni compiuti e Luisa Sofia tre anni compiuti), ragazzi non so descrivere la gioia. praticamente ritorno bambino più di loro.
ciao e alla prossima!!
sardo sono

sabato 31 agosto 2013

commedia (debutto rinviato)

oggi 31 agosto, come già avevo scritto in un post precedente, era prevista la commedia in sardo nella piazza San Pietro di Sanluri. causa pioggia, tutto rinviato ad altra data da definire.

approfitto per dire alcune cose sulla trama. Titolo "sa musca cuaddina"
è una commedia molto divertente, incentrata soprattutto su due coppie di marito/moglie sposate con la persona sbagliata. Entrambe le coppie non hanno figli e questo è motivo di litigi e accuse reciproche sulle cause.

Più chiaramente:
Rodolfo è il marito di Mirella ma è innamorato di Ginetta;
Osvaldo è il marito di Ginetta ma è innamorato di Mirella.

ovviamente : Mirella è innamorata di Osvaldo; Ginetta è innamorata di Rodolfo.

in questo intreccio amoroso ne scatuisce una relazione con il partner "innamorato" e la nascita di un bebè per ogni coppia. A quel punto i bebè nati andranno con la rispettiva mamma sapendo queste che il nuovo arrivato è frutto di...corna o relazione extraconiugale.  La commedia è formata anche da altri personaggi: c'è il prete (per citarne uno) che fa riferimento al sesto e al nono comandamento: non commettere atti impuri; non desiderare la donna d'altri.

E tutto finisce in bellezza, le mogli felici con il rispettivo marito e con i due mariti che si danno del cornuto a vicenda e ubriachi per la contentezza!!

sardo sono

venerdì 30 agosto 2013

vigilia del debutto tatrale con la commedia in sardo in programma domani 31 agosto in piazza San Pietro a Sanluri! abbiamo provato ieri giovedi l'ulitima volta e domani ci sarà il...verdetto!!!
 
in compenso però mi sono dedicato alla casetta di Genuri dove il muratore ha eseguito riparazioni di poco conto (per fortuna) ma necessarie soprattutto in previsione della prossima stagione autunno-inverno. ho anche preparato un pò di legna: quando fa frddo, la legna va via come il pane!!
 
ho anche iniziato a leggere un libro, secondo me, molto intrigante sulla vita di Eleonora d'Arborea dal titolo "L'arcano minore", di Stefania De Michele ediz. Etos,  la giudicessa del giudicato omonimo. confesso che inziai a leggerlo un pò di mesi fa senza portarlo a termine per varie ragioni pratiche ma anche perchè l'approccio non fu dei migliori. ora le cose sono un pò diverse perchè sto riprendendo la storia dei giudicati e ciò mi ha invogliato a riprendere la lettura. ne riparleremo!!
 
successivamente, vorrei dire anche qualche cosa su un altro libro che ho finito di leggere e di cui ne parlai nei primi post: 1409. Fuga sulla Giara di Giovanni Enna.
 
sardo sono
 
 

giovedì 29 agosto 2013

l'estate sta finendo... riprendono le attività più o meno routinarie; riaprono fra qualche settimana le scuole (mio nipote Matthias va in prima media!!). Sto procurando la legna per l'inverno, vado di frequente al mio paese natio, Genuri che dista da Sanluri (paese dove risiedo da oltre tren'anni con la famiglia) 25 chilometri. Ho ristrutturato una vecchia costruzione di mio padre da me acquisita e oggi c'è una piccola casetta (monolocale solo come punto di riferimento) in fase di ultimazione, con annesso un piccolo cortile con alcune piante di cui un ulivo secolare. questa frequentazione mi permette di riassaporare la vita trascorsa da adolesente e prima gioventù in paese con parte dei miei coetanei e persone più grandi ma che ho sconosciuto e di cui conservo ricordi ed esperienze.  
 

lunedì 26 agosto 2013

commedia in sardo

si avvicina la data del debutto: 31 agosto in piazza San Pietro a Sanluri. Per me, ogni volta è sempre la prima volta. In questi giorni sono previste le ultime prove... sale un pò l'ansia!! che è abbastanza normale. Poi racconterò com'è andata

Approfitto per dire qualcosa sul titolo del blog.
"sardo sono",  per me è un titolo autoironico. Come è noto la lingua sarda, essendo derivata dal latino, mette il verbo alla fine della frase e questa caratteristica ci rende in qualche modo originali (oltrechè le doppie che sono il nostro biglietto da visita!!).

mercoledì 21 agosto 2013

continuo a coltivare la lettura, la scrittura, il teatro sardo (faccio parte di una compagnia amatoriale di Sanluri) unitamente ad altre attività quotidiane necessarie alla famiglia e alla vita di tutti i giorni!
in questi giorni poi mi sto occupando della provvista della legna per l'inverno.
 
riprendendo un attimo l'argomento che maggiormente occupa il mio tempo, ovvero la storia, in particolare quella sarda, ho potuto leggere diverse opere, seguire qualche convegno, nonchè l'attività dell'università della terza età di Sanluri. mi convinco sempre di più che noi sardi, grazie (si fa per dire) alle invasioni e occupazioni che si sono succedute nel corso di molti secoli (a partire dall'arrivo dei fenici) sino ai tempi diciamo...moderni, non ci siamo più ripresi e abbiamo finito per considerare "normale" tutto ciò che è accaduto alla nostra isola. tuttavia, non tutto è perduto! molto lentamente con tante contraddizioni e falsi profeti, sta emergendo un sentimento che riscopre il valore dell'identià, il desiderio di indipendenza. da queste pagine, piano piano, voglio contribuire a far rinascere e riscoprire questi valori.
chi mi leggerà e condividerà quanto da me scritto, dovrebbe cercare di diffondere il messaggio, facendo leva su quel sentimento meglio noto come "senso di appartenenza"
 
a si torrai a intendi prestu!!   

martedì 20 agosto 2013

Sto leggendo un romanzo storico di Giovanni Enna "1409 fuga sulla giara". Tratta della battaglia di Sanluri avvenuta appunto nel 1409 tra le truppe sarde del giudicato di Arborea e le truppe catalano-aragonesi facenti parte del Regno di Sardegna.
Il romanzo, partendo dalla constatazione della sconfitta subita dalle truppe giudicali, racconta della fuga di un gruppo di sardi del giudicato di arborea da Sanluri ad Oristano portando con sè un tesoro, seguendo una via poco trafficata (attraverso la giara). Devo dire che il racconto è gradevole, ricco di particolari aderenti all'epoca.

In queste settimane sono anche impegnato nella preparazione di una commedia in sardo (faccio parte della filodrammatica di Sanluri) la cui rappresentazione è prevista per il 31 di agosto nella piazza principale di saluri.

a presto!

sardo sono

domenica 18 agosto 2013

Armando è il mio nome; ho 64 anni, sposato e sono in pensione dal 2007 dopo trentanove anni di lavoro. coltivo varie passioni: la storia, la fotografia, la lettura, le tematiche dell'ambiente la cui tutela è indispensabile per il futuro di tutti.