domenica 27 ottobre 2013

Mio padre 2

Di te ricordo tante cose, tutto.
Ricordo quelle volte che andavi alla "campagna" della mietitura a Villacidro: durava circa tre settimane. Quando tornavi portavi le ciliegie di Villacidro. Era festa!!
Ricordo quando coltivavi a mezzadria un terreno della famiglia Zedda. Un anno coltivavi le fave, l'anno dopo il grano. Il terreno era lontano da Genuri: esattamente si trovava sotto il ciglio della giara e al confine tra il monte di Genuri e quello di Sini. Quanto lavoro...!
Ricordo quando si macellava il maiale. Per fare questo lavoro, a volte chiamavi il mio padrino Gesuino Cancedda, a volte l'amico di famiglia Salvatore Turno, altre volte veniva un signore che aveva la macelleria, il sig Silvio Garau.
Ricordo quando mamma faceva la salsiccia, tu eri anche "l'assaggiatore" e davi i consigli a lei per aggiungere o correggere i condimenti!
Ricordo quando mi portavi con te a fare il manovale (età 14-16 anni). Allora si lavorava e si costruiva con le pietre e il fango. Mi insegnavi a usare il filo a piombo e altro, ma evidentemente non ero portato.
Ricordo quando partisti a Milano nel gennaio del '64. Mi abbracciasti e notai i tuoi occhi lucidi. Erano lucidi anche i miei. Rientrasti a Genuri nell'estate dello stesso anno.
Ricordo quando tu e mamma vi alzavate alle tre di notte ("su chizzi") per fare il pane. Parlavate tanto (e ridevate!) mentre lavoravate a mano la pasta. Io a volte mi svegliavo e mi alzavo (avevo 7-10 anni), mamma cercava di mandarmi a dormire; tu a volte intervenivi a mio favore: "lassadu stai du bisi ca no tenidi sonnu".
Ricordo quando venivi a casa a fare lo spuntino di mezza mattina ("a murzai"). Se mamma stava togliendo il pane dal forno, tu prendevi un focaccia ancora fumante (in sardo "sa lada" con il buco in mezzo), la spezzavi e la condivi con olio d'oliva, oppure con formaggio, pomodoro, cipolla!!
...per oggi basta così!

un saluto da
sardo sono


 

sabato 26 ottobre 2013

Una lunga storia

Con il Neolitico (età della pietra levigata, sei-settemila anni avanti Cristo), la nostra isola risulta definitivamente abitata e in modo continuato. Gli uomini di questa nuova cultura erano attrati dall'ossidiana del Monte Arci, oggetto di un vasto commercio verso le coste del Tirreno e del Mediterraneo.
Possiamo dividere questo lungo periodo in tre fasi:
A) NEOLITICO ANTICO (6.000 - 3.730 anni avanti Cristo; durata 2.300 anni): cultura detta de "Su Carropu - Monte Sirai", località nei pressi di Carbonia;
 
B) NEOLITICO MEDIO (3.730 - 3.300 anni avanti Cristo; durata 400 anni circa): cultura detta di "Bonuighinu", località nel territorio del comune di Mara (prov. SS) nelle vicinanze di Pozzomaggiore;
 
C) NEOLITICO RECENTE O SUPERIORE (3.300 - 2.480 anni avanti Cristo; durata 800 anni): cultura di Ozieri o di San Michele, dal nome di una grotta nei pressi di Ozieri.
Ecco alcune caratteristiche delle tre fasi citate: 
-Nel Neolitico antico la decorazione in massa alla ceramica applicata prima della cottura sulla pasta non  essiccata del vaso, impressa construmento naturale: la valva del mollusco "cardium edule" ovvero la  vongola.
-Nel Neolitico medio (Bonuighinu), si registra un aumento demografico. L'uomo ormai entra nel profondo dell'isola per fruire dei pascoli per il bestiame e sfrutta le terre fertili ricche di beni naturali e propizie alla coltivazione ceralicola. Grazie all'esame  di resti ossei, gli uomini di Bonuighinu hanno evidenziato, tra l'altro, una statura di circa 1,60 metri per gli uomini e 1,50 metri per le donne.
-Il Neilitico recente o superiore fu una vera rivoluzione le cui conseguenze culturali ed etniche furono d'importanza capitale nella storia dell'incivilimento dei popoli primitivi. I protagonisti di questa rivoluzione furono i cercatori di metalli: dell'oro, dell'argento, del rame, del piombo. Provenivano dall'Anatolia, la moderna Turchia e dalle isole egee). L'itinerario percorso fu quello della grande via longitudinale del Mediterraneo, avente da un estremo (oriente) l'Anatolia e dall'altro il sud della Spagna. L'occidente del Neolitico recente fu una sorta di California in anteprima! Sono come sempre gradite opinioni, osservazioni, idee, integrazioni ecc.
Alla prossima puntata!

un saluto da
sardo sono

lunedì 21 ottobre 2013

Mio padre

Di te ricordo tantissime cose, tutto. Ricordo quando stavano costruendo la nuova scuola elementare a Genuri (oggi, è il centro sociale) e tu lavoravi come muratore nell'impresa costrutrice. Ricordo di una volta (avevo sei-sette anni) in cui tu stavi per andare al lavoro e io a scuola. Siccome pioveva e c'era molto vento, tu mi accompagnasti per un pezzo con il tuo ombrello. Arrivati in piazza Putzu Marco, un colpo di vento forte per poco ti strappava l'ombrello dalle mani, ma tu eri forte e riuscisti a evitare che volasse via! Mi stringesti a te per proteggermi. Ricordo quando discutevi con mamma dei problemi quotidiani: quando fare il pane, quando ammazzare il maiale, quando trebbiare le fave, il grano nell'aia del sig. Lorenzo Zedda. Ricordo quando a casa veniva Vincenzo Branca (*) a cui tu stavi insegnando il mestiere, a prendere attrezzatura o altro. Mi sembra di vederlo: una volta portò a casa un uccello nero (merlo?) che aveva preso nella casa del parroco dove stava lavorando con te. Io scappai e mi nascosi per la paura!
(*) il povero Vincenzo morì in un incidente strdale a Cagliari nei primi anni sessanta.
Ricordo quando mamma ti faceva trovare la roba pulita la domenica mattina o in altre giornate di festa (in sardo si dice "die nodida"= ossia giornata importante, di festa), per San Marco, Santa Maria, Pasqua ecc. ecc., che tu indossavi per andare a messa. Ricordo il dolce che tu preferivi e che in queste feste non mancava: il torrone!!
...Ricordo...alla prossima!!
un saluto
sardo sono

domenica 20 ottobre 2013

I primi sardi

Premessa
La Sardegna dista dall'Africa 180 km, dalla penisola (coste toscane) 188 km, dalla Sicilia 278 km, dalle isole Baleari 315 km (si tenga presente però la Corsica che fa da "ponte" verso il golfo della Liguria).
Come sono arrivati i primi uomini?
L'ipotesi più probabile (parliamo di ipotesi!) è quella che l'isola sia stata raggiunta grazie ad un "ponte di terre" che univa le coste sardo-corse alla costa della Toscana attraverso l'arcipelago dell'isola d'Elba. Infatti nell'ultima glaciazione avvenuta 200.000 anni fa, il livello del mare si abbassò di oltre 200 metri. Detto abbassamento dovrebbe aver permesso il passaggio dei primi"sardi", alla ricerca (forse) di luoghi più vivibili. A conferma di quanto scritto, sono stati ritrovati reperti del paleolitico (150.000 anni fa) nel territorio di Ploaghe. Tuttavia, vale la pena sottolineare che questi reperti hanno anche delle somiglianze a reperti dello stesso periodo trovati sulle coste liguri. L'argomento, ovviamente non può essere esaurito con queste note. E' gradito qualsiasi contributo sul tema!
 
un saluto da
sardo sono
 
 

venerdì 18 ottobre 2013

Tirrenide

 
 

Leggenda n. 1
Millenni fa esisteva un continente chiamato TIRRENIDE. Era un continente grande e bello, popolato da uomini e animali. Una notte chissà per quale motivo si abbattè su di esso la collera spaventosa del dio :il suolo cominciò ad agitarsi, ci furono scosse tremende e il mare fu sconvolto da una furia terribile . Le onde si innalzarono fino al cielo e si abbatterono come un’enorme furia sul continente, fecero franare le coste e inondarono le pianure e poi si riversarono sempre più alte sui colli e sui monti.
Il continente stava per inabissarsi allorché improvvisamente l’ira di dio si placò e poiché una parte del continente emergeva ancora, egli vi pose il piede sopra e riuscì trattenerla prima che i flutti la ingoiassero. Così della grande TIRRENIDE non rimase che quella terra solitaria in mezzo alla vasta distesa d’acqua terra che si chiamò ICHNUSA che significa appunto " A FORMA DI PIEDE".
da: "LO ZAINETTO" - Blog di maestra Elisa e dei suoi alunni - Villacidro.
 

maestra Elisa

Nome: Elisa Fonnesu



dal libro del Prof. Giovanni Lilliu:
“Frammento d’un vecchio esteso continente alla deriva (la Tirrenide), isola nell’sola, chiusa per uno stretto giro radente le sue coste massicce, poco articolate, dal mare distaccata per un largo cerchio dalle più vaste e potenti terre delle penisole iberica e italiana e dall’Africa continentale, la Sardegna, l’antica zolla che i greci assomigliarono a un piede umano, ebbe segnato in parte dalla natura stessa il suo destino che la sua gente – ed altre genti sopravvenute su di essa da ogni parte – perfezionarono con spietata coerenza.”
 
Ho pensato di proporre queste note sulla storia della sardegna, sperando di suscitare l'interesse di tante persone sarde e non!
 
Complimenti vivissimi a maestra Elisa e i suoi alunni!!
 
un saluto da
sardo sono

 
 
 
 
 
 
 
 
 




giovedì 10 ottobre 2013

Lampedusa 3

Quante volte abbiamo assisitito ad avvenimenti tragici (in questo caso alla morte di tante persone annegate in mare vicino a Lampedusa) e solo di fronte all'accaduto, meglio dire alla morte, tutti poi (politici, giornalisti, economisti, vescovi, intellettuali, ecc. ecc.) si precipitano a dichiarare, esprimere, denunciare, accusare, commentare  e... chi più ne ha più ne metta, gli avvenimenti. In questi giorni ho sentito proporre il Nobel per la pace a Lampedusa (che c'entra??). Altri ha proposto di portare o far giocare la nazionale di calcio a Lampedusa. "I morti recuperati dal fondo del mare ora sono cittadini italiani". Questa si che è fortuna!! E i barconi continuano ad arrivare. E io mi chiedo: le risorse per accogliere tutti questi disperati chi le mette?? Ma naturalmente noi perchè siamo europei; venite, venite, venite, tanto a noi che ci interessa? siamo o non siamo europei!
 
un saluto
sardo sono
 

lunedì 7 ottobre 2013

Lampedusa 2

Si continua a recuperare cadaveri. Una distesa di bare senza fine e senza nome. Una tragedia quasi... annunciata. Provo a riflettere, ma sono molto confuso; mi passano per la mente i tanti, troppi dibattiti privi poi di fatti concreti, di assunzioni di responasbilità, polemiche e solo polemiche, di tentativi nel dare risposte al fenomeno dell'immigrazione che, penso non si possa fermare soltanto con gli strumenti tipo repressioni, respingimenti ecc. ecc. La disperazione di queste persone credo sia del tutto fuori controllo. Ricordo che qualche anno fa respinsero dei clandestini dall'Italia verso il paese d'origine. Alcuni di loro si erano quasi vantati nell'affermare: "rispeditemi pure al mio paese, tanto alla prima occasione io ritorno, statene certi che ritorno"!
 
Sarei curioso di conoscere le inziative concrete dei paesi cosiddetti sviluppati per aiutare questi disperati in casa loro, non con le armi (mercato sempre florido!) ma con ciò che serve alla gente: istruzione, rispetto delle loro tradizioni, sostegno economico iniziale ecc. ecc.
 
un saluto
sardo sono

domenica 6 ottobre 2013

Lampedusa...

Non basta la passerella di rito del (dei) politico/i di turno che ormai abbiamo visto migliaia di volte con belle parole, dichiarazioni di circostanza e dopo qualche giorno, dopo aver ripulito l'isola di cadaveri, i disperati continuaro ad arrivare come prima e più di prima. L'Europa (parola vuota) adesso,  dopo l'ennesima tragedia, si accorge che c'è un...problema! Ricordo che anche qualche anno fa il governo italiano pose il problema all'Europa sostenendo che il fenomeno dell'immigrazione riguardava tutti, ma ovviamente l'Europa che conta disse in parole povere "sono cavoli vostri".
La mia speranza è che ci sia finalmente una maggiore consapevolezza dell'Europa sul fenomeno, non dimenticando soprattutto che l'Italia non è in grado di accogliere tutti.
 
un saluto
sardo sono

giovedì 3 ottobre 2013

Tanto tuonò che non piovve

Si, proprio così! Ieri il parlamento ha rinnovato la fiducia al governo guidato da Enrico Letta. C'era forse un'alternativa? Mi auguro che adesso davvero i toni si abbassino e si pensi una buona volta al bene del paese. Ha prevalso (anzi, ha vinto) il buon senso di tutti, anche se qualcuno ha tirato...la corda sino all'ultimo minuto. Per favore smettano (e smettiamo) di concepire la dialettica politica come fosse uno scontro all'arma bianca.
ADESSO E' ORA DI PENSARE AL BENE DELL'ITALIA.
 
un saluto!
sardo sono

martedì 1 ottobre 2013

riflessioni...

sono giornate davvero tormentate per il nostro paese! mi riferisco alla situazione politica molto complessa. Il metodo di chi "urla più forte" o magari usa la politica (dice) per il bene del paese ma nei fatti è sempre lì, e non certo gratis! non potrà mai risolvere i veri problemi della gente. Che fare? la prima cosa che mi viene in mente è che tutti devono abbassare i toni, aspettare che il polverone si sia abbassato per poter vedere cosa c'è intorno. Oggi nessuna forza è in grado di governare da sola; la convivenza è d'obbligo. Pongo a me stesso e a chi leggerà queste note la domanda: se si vota domani cosa cambia per chi ogni giorno deve farsi il mazzo per portare a casa la pagnotta? (quando c'è la pagnotta, perchè per tanti non c'è nessuna pagnotta ma "sceti fammi", tradotto solo fame).
 
un saluto
sardo sono