Si tratta di una delle più belle e grandiose fra le
cosruzioni preistoriche note come «nuraghi»; parola molto antica, con la quale
all'incirca venivano chiamati questi monumenti dallo stesso popolo che li
eresse, come torri e castelli, a dominio e difesa della Sardegna dal
1300 al 500 circa a. C. A questo
popolo isolano, del quale non conosciamo il nome, si deve pertanto quella che
viene appunto chiamata Civiltà Nuragica.
Esso si trova nel comune di Torralba a circa 51 km da
Sassari, nell'altopiano del Meilogu e si arriva percorrendo la SS 131 e uscendo
al bivio Thiesi - Torralba. Il nuraghe porta il nome di Santu Antine o Santine (cioè
San Costantino) ma è più noto con la denominazione popolare di Sa Domo de su
Re: la «Casa del Re».
La sua bellezza ha attirato l'attenzione di numerosi
studiosi, tra i quali Alberto Ferrero de Lamarmora con una sua illustrazione
dove rappresenta il nuraghe con piante, sezioni e prospetti del 1840. Anche l'archeologo
Giovanni Spano si interessò più volte al monumento tra il 1854 e il 1867. A Giovanni
Pinza si deve nel 1901 la prima illustrazione fotografica.
Solo nel 1935 comunque il nuraghe fu fatto oggetto di
appositi scavi archeologici da parte di Antonio Taramelli, limitatamente al
monumento principale e ai resti delle abitazioni rettangolari adiacenti di età
romana.
Il mastio (torre
centrale)
È alto attualmente quasi 18 metri e doveva raggiungere in
origine 21 metri. Il diametro di base del cono è di circa 15,5 metri. L'inclinazione
della torre è di circa 8°; per confronto, il nuraghe Is Paras di Isili è di
13°, mentre queelo di Barumini è di 10°. È costruito con massi di basalto di
provenienza locale. Allego alcune foto che, a mio modesto avviso, consentono
solo in parte di apprezzare la bellezza del monumento. In altre parole
visitatelo: dal vivo è tutta un'altra cosa!
Sardo sono
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