venerdì 31 luglio 2015

A SU FOGU A SU FOGU!

Come ogni estate, ci risiamo. Gli incendi che distruggono tutto quanto trovano nella loro strada: boschi, campi coltivati a grano e altri cereali, case al mare e montagna, aziende artigiane e agricole, animali bruciati vivi, o salvati per miracolo, persone di tutte le età e condizione intrappolate nelle fiamme che fuggono verso qualsiasi parte col terrore di non farcela (come successe a Tempio Pausania). Dopo il passaggio del fuoco, il panorama è desolante, nero, fuligine e cenere sparsa, trasportata dal vento. Ogni forma di vita si ferma. Il paesaggio infonde rabbia, paura, impotenza, rassegnazione. Il fuoco è bello d’inverno per scaldarsi, per arrostire, per raccontare la vita (contus de forredda), per assaggiare il vino novello, per abrustolire il pane accompagnato magari da una fetta di pecorino alla brace, per fare gruppo tra giovani e anziani e tante altre cose che fanno bene al corpo e…allo spirito!


Sardo sono

mercoledì 29 luglio 2015

La lingua sarda

La nostra lingua, pur avendo subito l’influenza degli stati che ci hanno invaso e dominato, è sopravvissuta a tutto e a tutti! Hanno esercitato tutta l’influenza attraverso il divieto di parlare e scrivere in sardo. Ho sentito in età infantile genitori rimproverare i propri figli perché si esprimevano in sardo. Allucinante! Personalmente, non do la colpa (tutta) a questi genitori che ritenevano di fare il bene dei propri figli incitandoli e richiamandoli a parlare l’italiano (a volte volava anche qualche schiaffo!), ma ai dominatori di turno che avevano tutto l’interesse a far “dimenticare” e sostituire con la loro lingua la nostra. La mancanza più grave è la scarsa conoscenza nella scrittura; tutti noi abbiamo imparato a parlare il sardo dai nostri genitori, nonni, parenti, vicini di casa. In mancanza di una scuola è naturale avere difficoltà a scrivere e leggere il sardo. Personalmente non condivido, anzi respingo l’opinione secondo cui il sardo non serve perché oggi si parla inglese e altro. Ritengo invece che la lingua sia l’anima di un popolo, la sua memoria, la sua identità. Sapere l’inglese e pure il sardo equivale a essere cittadino del mondo in Inghilterra (esempio) e in Sardegna o ovunque c’è un sardo o un inglese!


Sardo sono