Come
ogni estate, ci risiamo. Gli incendi che distruggono tutto quanto trovano nella
loro strada: boschi, campi coltivati a grano e altri cereali, case al mare e
montagna, aziende artigiane e agricole, animali bruciati vivi, o salvati per
miracolo, persone di tutte le età e condizione intrappolate nelle fiamme che
fuggono verso qualsiasi parte col terrore di non farcela (come successe a
Tempio Pausania). Dopo il passaggio del fuoco, il panorama è desolante, nero, fuligine
e cenere sparsa, trasportata dal vento. Ogni forma di vita si ferma. Il
paesaggio infonde rabbia, paura, impotenza, rassegnazione. Il fuoco è bello d’inverno per
scaldarsi, per arrostire, per raccontare la vita (contus de forredda), per
assaggiare il vino novello, per abrustolire il pane accompagnato magari da una
fetta di pecorino alla brace, per fare gruppo tra giovani e anziani e tante
altre cose che fanno bene al corpo e…allo spirito!
Sardo
sono
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