lunedì 28 aprile 2014

«Sa die de sa Sardigna» LEGGE REGIONALE 14 settembre 1993, n.44

-E’ una festa istituita dal Consiglio Regionale il 14 settembre 1993 nominandola festa del popolo sardo. La festa vuole ricordare la sommossa del 28 aprile 1794 che costrinse alla fuga da Cagliari il viceré Balbiano e le altre autorità piemontesi.
Cause scatenanti
-Nel 1793 l'esercito repubblicano francese aveva cercato di invadere la Sardegna per poter controllare il Mediterraneo occidentale. La Francia repubblicana era allora vista come una potenza in ascesa. La Sardegna era passata alla casa Savoia agli inizi del XVIII secolo dopo secoli di dominazione spagnola. I Savoia e il governo piemontese (che aveva sede a Torino) non erano stati in grado o non avevano avuto intenzione di approntare le difese della Sardegna in vista di questa temuta invasione francese. I sardi tuttavia organizzarono un esercito di volontari reclutati dai villaggi e dalle città e il cui equipaggiamento venne pagato da volontarie donazioni delle figure più importanti nella società sarda (tra questi il vescovo di Cagliari e il magistrato della Reale Udienza Giovanni Maria Angioy). Nel Gennaio del 1793 una flotta francese arrivò nel Golfo di Cagliari.
-Appena in vista di Cagliari i francesi inviarono una delegazione a riva per trattare le condizioni di resa, ma questa delegazione venne respinta immediatamente. I francesi allora bombardarono Cagliari dal mare (alcune delle palle di cannone francesi sono ancora visibili sul muro di Palazzo Boyl nel quartiere di Castello a Cagliari). Nonostante un massiccio bombardamento la città resistette e l'esercito sardo prese coraggio. I francesi si prepararono allora allo sbarco e ad una invasione. Lo sbarco delle truppe avvenne nella località di Margine Rosso, attualmente facente parte del litorale di Quartu S. Elena.
-L’invasione non ebbe successo e Il 14 Febbraio 1794 i francesi imbarcarono le truppe e abbandonarono il piano di conquistare Cagliari. Nel nord della Sardegna, truppe provenienti dalla Corsica e guidate dal giovane Napoleone Bonaparte avrebbero dovuto iniziare la conquista del nord dell'isola ma anche queste furono respinte.
La ribellione
-Sostiene il Manno che la data iniziale della ribellione decisa dai cospiratori fosse quella del 4 maggio, giorno del rientro della Sagra di Sant'Efisio nella città di Cagliari e perciò giorno di assembramento di masse. Secondo il Manno la scoperta da parte del Viceré dei piani della sommossa fecero però anticipare la ribellione alla notte tra il 28 e il 29 aprile.
-Quello che è accertato è che verso l'una del 28 Aprile 1794, un gruppo di soldati proveniente dalle caserme del quartiere di Castello si avviò nel quartiere di Stampace verso la casa dell'avvocato Vincenzo Cabras per arrestarlo con l'accusa di sedizione contro lo stato. Con lui per errore fu arrestato Bernardo Pintor, scambiato per il fratello Efisio. Mentre venivano condotti verso Castello Efisio Pintor e Vincenzo Cabras incitavano il popolo alla ribellione. Per tutta risposta un gruppo di popolani armati cercò di sfondare una delle porte di Castello, altri ribelli diedero fuoco alla porta di Sant'Agostino. Qui grazie ad una breccia riuscirono ad entrare a Castello e disarmarono i soldati messi a proteggere la porta. Nel frattempo le campane di Stampace di Marina e di Villanova suonavano e incitavano il resto degli abitanti alla ribellione.
-I soldati piemontesi una volta accerchiati si arresero e cercarono rifugio dentro il Palazzo Regio. I rivoltosi riuscirono finalmente ad entrare nel Palazzo ma non trovarono il Viceré che si era rifugiato nel palazzo Arcivescovile, per cui entrarono anche nel palazzo arcivescovile dove catturarono il Viceré e le massime autorità piemontesi. Il 7 maggio il Viceré e le autorità piemontesi furono imbarcati verso il continente.
L'Autogoverno
-In seguito alla rivolta del 28 Aprile, gli Stamenti, che si erano autoconvocati, presero il controllo e l'iniziativa. Cacciati tutti i funzionari piemontesi dalla Sardegna, gli Stamenti e l'altro organo istituzionale sardo, la Reale Udienza (formata da magistrati e giudici) puntarono a ristabilire l'ordine. Gli Stamenti inviarono infatti una dichiarazione al sovrano per giustificare la ribellione e rassicurare il sovrano sul fatto che avevano riportato i moti nell'alveo della legalità.
-Dopo aver cacciato i Piemontesi l'intenzione dei nobili sardi era di creare un nuovo Stato sardo. Ma si ebbero attriti nello scegliere la forma di governo. Giovanni Maria Angioy parteggiava per la repubblica malvista però dagli altri nobili sardi. In seguito a queste discordie i nobili sardi si riappacificarono con la corte piemontese che mandò in Sardegna un nuovo Viceré.
-Si pensi a quante conquiste si sarebbero potute ottenere con una maggiore coesione tra tutte le forze. Principio quanto mai attuale!!!!
-Ovviamente, la storia è stata da me condensata in queste brevi note che, per quanto sintetiche, spero siano gradite e suscitino quanto meno un po’ di curiosità!

Sardo sono

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