venerdì 8 novembre 2013

Una storia lunga...continua

Età del rame (o dei primi metalli). Periodo: 2.480-1.800 anni avanti Cristo; durata: 680-700 anni
Di questa età, in Sardegna sono state individuate tre culture:
A) Abealzu - Filigosa
B) Monte Claro
C) Vaso campaniforme
 Espongo alcune mie riflessioni sull'argomento
La scoperta dei metalli segna un cambiamento epocale in quanto grazie alla fusione, diventa possibile realizzare numerosi oggetti utili alla vita quotdiana, anelli, collane, nonchè armi di difesa e offesa. Con questa nuova tecnica diventa possibile accumulare delle scorte di oggetti e armi e con ciò consentire agli abitanti di procurarsi (o conoscere), attraverso il baratto (?) o addirittura impadronirsi con la forza (?) degli oggetti o delle armi, custoditi dai personaggi che detenevano i segreti delle tecniche di fusione e ricerca dei minerali. In questo contesto, possiamo ipotizzare situazioni di conflitto che potevano sfocciare in scontri tribali o di clan. I detentori dei segreti della fusione provenivano dall'oriente (Anatolia, l'odierna Turchia, isole egee, Cipro) e grazie alle loro conoscenze possiamo ipotizzare che s'imposero sulle popolazioni locali, proponendo (o imponendo?) loro questi nuovi oggetti e/o armi dal potere di grande attrazzione. Da questa epoca, deriverà l'età del Bronzo (una lega rame-stagno) durante la quale si svilupperà in tutta la sua grandezza e splendore la civiltà nuragica.
Delle tre culture citate all'inizio, parlerò successivamente. Intanto un grazie per l'attenzione e un saluto da Armando.
sardo sono

giovedì 7 novembre 2013

Commedia "sa musca cuaddina" - replica

Sentite, sentite, sentite: Attenzion! Battaglion! Popolazion!
sabato 9 novembre alle ore 18,00 circa a Serramanna in via Parrocchia verrà rappesentata la commedia in sardo - campidanese "Sa musca cuaddina".
Partecipate, partecipate, partecipate!!!!!!!
un saluto da
sardo sono

lunedì 4 novembre 2013

Nuraghe di San Marco - descrizioni e dettagli

Premessa:
La fonte delle notizie appresso riportate, è tratta dalla 44ma Riunione scientifica del 23-28/nov.2009 - La preistoria e protostoria della Sardegna- a cura di Maria Lucia Atzeni, Giulia Balzano, Gianfrancesco Canino, Donatella Cocco.

Il monumento è costituito da un impianto trilobato, che si compone di una torre centrale (A) o mastio, il punto più elevato del monumento superstite e da tre torri a nord-ovest (B) a sud-ovest (C) rispetto alla torre centrale (A). La terza torre (F) di dimensioni inferiori rispetto alle precedenti, costituisce il lato sud-est.
-La camera della torre (B) è articolata in una serie di sei feritoie e due nicchie e si apre sul cortile con un passaggio attualmente scoperto.
-L'interno della torre (C) è modulato da nove feritoie e due nicchie ed è collegato al cortile da un ingresso architravato.
-La torre (F), che presenta una nicchia nel settore settentrionale e si apre sul cortile con un ingresso provvisto di architrave, ha restituito una successione stratigrafica tardo-romana e repubblicana.
-Lo spazio del cortile, a forma di falce, funge da disimpegno tra i vari elementi del monumento.
-L'antemurale annovera cinque torri, conservate per l'intera circonferenza. Le immdiate adiacenze del nuraghe e le sue stesse strutture, hanno subito nel corso dei secoli una rioccupazione e un riutilizzo significativi, a partire dalla fase tardo-punica (IV-III secolo avanti Cristo) a quella romana e tardo-antica (IV-VI secolo dopo Cristo) fino a una sporadica frequentazione in pieno medioevo.
-All'interno della torre (C) si è messa in luce una sepoltura (tomba 1) di un inumato di sesso maschile. Il corpo, completamente conservato e il cui capo è rivolto a est, presenta arti inferiori ripiegati con le ginocchia rivolte verso l'alto. All'altezza del bacino, in prossimità della mano, è stata rinvenuta una piccola moneta illeggibile. Nella stessa torre, durante lo scavo che immette al cortile, si sono evidenziate delle lastre di marna disposte a mò di copertura. Al di sotto delle prime ne sono emerse delle ulteriori. Al di sotto di questa sistemazione, si èmessa in luce una seconda sepoltura (tomba2). L'inumato era deposto in posizione rannicchiata sul fianco sinistro. In prossimità del cranio, danneggiato dalle radici di un olivastro, è stata rinvenuta una moneta anche in questo caso illeggibile.
-Nella torre (F), è stata messa in luce una terza sepoltura (tomba 3). Rimosso il terreno di riempimento, che ha restituito molte ossa di animali, si è messo in luce lo scheletro di un individuo di giovane età (forse un bambino). E' probabile che la sepoltura non fosse isolata: il rinvenimento di porzioni di calotte craniche pertinenti ad altri individui, lascia ipotizzare dovessero essere presenti a più livelli almeno due o tre deposizioni. I materiali rinvenuti ci riportano alla tarda romanità. Ciò conferma l'abitudine, anche in questo periodo, di un riutilizzo consapevole delle aree disponibili per rutuali funerari delle strutture preesistenti come solida base d'appoggio per gli spazi creati nel periodo della rioccupazione romana.
-Nonostante la posizione defilata del sito, l'area rivestiva in età antica una evidente importanza. La sua posizione, a breve distanza da altri nuraghi, e la sua complessità lasciano ipotizzare una funzione legata al controllo e alla gestione del terrirotio immediatamente circostante.
Ringrazio tutti coloro che avranno la pazienza di leggere questa pagina. Ogni commento o curiosità è graditissima!!
un saluto da
sardo sono

venerdì 1 novembre 2013

Nuraghe San Marco di Genuri

Sorge a poche centinaia di metri dall'attuale centro abitato, ai piedi della giara e in prossimità della chiesa del Santo omonimo. Posto in un'area di proprietà comunale di circa 3500 mq, il monumento è stato oggetto di diverse campagne di scavo dal 2001 in poi. Esso è costituito da un impianto trilobato, che si compone di una torre centrale e tre torri laterali. L'impianto disegna un ideale quadrilatero di forma regolare. Gli scavi hanno evidenziato in successione stratigrafica una frequentazione tardo-romana, repubblicana e punica fino alle prime commistioni con il periodo tardo nuragico. Nel corso degli scavi è stata evidenziata completamente la robusta cinta antemuraria composta da cinque torri.
Successivamente spero di fornire altre notizie, nella speranza di poterlo visitare quanto prima, aperto a tutti.
 
un saluto da
sardo sono

domenica 27 ottobre 2013

Mio padre 2

Di te ricordo tante cose, tutto.
Ricordo quelle volte che andavi alla "campagna" della mietitura a Villacidro: durava circa tre settimane. Quando tornavi portavi le ciliegie di Villacidro. Era festa!!
Ricordo quando coltivavi a mezzadria un terreno della famiglia Zedda. Un anno coltivavi le fave, l'anno dopo il grano. Il terreno era lontano da Genuri: esattamente si trovava sotto il ciglio della giara e al confine tra il monte di Genuri e quello di Sini. Quanto lavoro...!
Ricordo quando si macellava il maiale. Per fare questo lavoro, a volte chiamavi il mio padrino Gesuino Cancedda, a volte l'amico di famiglia Salvatore Turno, altre volte veniva un signore che aveva la macelleria, il sig Silvio Garau.
Ricordo quando mamma faceva la salsiccia, tu eri anche "l'assaggiatore" e davi i consigli a lei per aggiungere o correggere i condimenti!
Ricordo quando mi portavi con te a fare il manovale (età 14-16 anni). Allora si lavorava e si costruiva con le pietre e il fango. Mi insegnavi a usare il filo a piombo e altro, ma evidentemente non ero portato.
Ricordo quando partisti a Milano nel gennaio del '64. Mi abbracciasti e notai i tuoi occhi lucidi. Erano lucidi anche i miei. Rientrasti a Genuri nell'estate dello stesso anno.
Ricordo quando tu e mamma vi alzavate alle tre di notte ("su chizzi") per fare il pane. Parlavate tanto (e ridevate!) mentre lavoravate a mano la pasta. Io a volte mi svegliavo e mi alzavo (avevo 7-10 anni), mamma cercava di mandarmi a dormire; tu a volte intervenivi a mio favore: "lassadu stai du bisi ca no tenidi sonnu".
Ricordo quando venivi a casa a fare lo spuntino di mezza mattina ("a murzai"). Se mamma stava togliendo il pane dal forno, tu prendevi un focaccia ancora fumante (in sardo "sa lada" con il buco in mezzo), la spezzavi e la condivi con olio d'oliva, oppure con formaggio, pomodoro, cipolla!!
...per oggi basta così!

un saluto da
sardo sono


 

sabato 26 ottobre 2013

Una lunga storia

Con il Neolitico (età della pietra levigata, sei-settemila anni avanti Cristo), la nostra isola risulta definitivamente abitata e in modo continuato. Gli uomini di questa nuova cultura erano attrati dall'ossidiana del Monte Arci, oggetto di un vasto commercio verso le coste del Tirreno e del Mediterraneo.
Possiamo dividere questo lungo periodo in tre fasi:
A) NEOLITICO ANTICO (6.000 - 3.730 anni avanti Cristo; durata 2.300 anni): cultura detta de "Su Carropu - Monte Sirai", località nei pressi di Carbonia;
 
B) NEOLITICO MEDIO (3.730 - 3.300 anni avanti Cristo; durata 400 anni circa): cultura detta di "Bonuighinu", località nel territorio del comune di Mara (prov. SS) nelle vicinanze di Pozzomaggiore;
 
C) NEOLITICO RECENTE O SUPERIORE (3.300 - 2.480 anni avanti Cristo; durata 800 anni): cultura di Ozieri o di San Michele, dal nome di una grotta nei pressi di Ozieri.
Ecco alcune caratteristiche delle tre fasi citate: 
-Nel Neolitico antico la decorazione in massa alla ceramica applicata prima della cottura sulla pasta non  essiccata del vaso, impressa construmento naturale: la valva del mollusco "cardium edule" ovvero la  vongola.
-Nel Neolitico medio (Bonuighinu), si registra un aumento demografico. L'uomo ormai entra nel profondo dell'isola per fruire dei pascoli per il bestiame e sfrutta le terre fertili ricche di beni naturali e propizie alla coltivazione ceralicola. Grazie all'esame  di resti ossei, gli uomini di Bonuighinu hanno evidenziato, tra l'altro, una statura di circa 1,60 metri per gli uomini e 1,50 metri per le donne.
-Il Neilitico recente o superiore fu una vera rivoluzione le cui conseguenze culturali ed etniche furono d'importanza capitale nella storia dell'incivilimento dei popoli primitivi. I protagonisti di questa rivoluzione furono i cercatori di metalli: dell'oro, dell'argento, del rame, del piombo. Provenivano dall'Anatolia, la moderna Turchia e dalle isole egee). L'itinerario percorso fu quello della grande via longitudinale del Mediterraneo, avente da un estremo (oriente) l'Anatolia e dall'altro il sud della Spagna. L'occidente del Neolitico recente fu una sorta di California in anteprima! Sono come sempre gradite opinioni, osservazioni, idee, integrazioni ecc.
Alla prossima puntata!

un saluto da
sardo sono

lunedì 21 ottobre 2013

Mio padre

Di te ricordo tantissime cose, tutto. Ricordo quando stavano costruendo la nuova scuola elementare a Genuri (oggi, è il centro sociale) e tu lavoravi come muratore nell'impresa costrutrice. Ricordo di una volta (avevo sei-sette anni) in cui tu stavi per andare al lavoro e io a scuola. Siccome pioveva e c'era molto vento, tu mi accompagnasti per un pezzo con il tuo ombrello. Arrivati in piazza Putzu Marco, un colpo di vento forte per poco ti strappava l'ombrello dalle mani, ma tu eri forte e riuscisti a evitare che volasse via! Mi stringesti a te per proteggermi. Ricordo quando discutevi con mamma dei problemi quotidiani: quando fare il pane, quando ammazzare il maiale, quando trebbiare le fave, il grano nell'aia del sig. Lorenzo Zedda. Ricordo quando a casa veniva Vincenzo Branca (*) a cui tu stavi insegnando il mestiere, a prendere attrezzatura o altro. Mi sembra di vederlo: una volta portò a casa un uccello nero (merlo?) che aveva preso nella casa del parroco dove stava lavorando con te. Io scappai e mi nascosi per la paura!
(*) il povero Vincenzo morì in un incidente strdale a Cagliari nei primi anni sessanta.
Ricordo quando mamma ti faceva trovare la roba pulita la domenica mattina o in altre giornate di festa (in sardo si dice "die nodida"= ossia giornata importante, di festa), per San Marco, Santa Maria, Pasqua ecc. ecc., che tu indossavi per andare a messa. Ricordo il dolce che tu preferivi e che in queste feste non mancava: il torrone!!
...Ricordo...alla prossima!!
un saluto
sardo sono