-Vorrei
condividere con tutti i sardi, con coloro che hanno scelto la nostra isola per
lavoro, per amore, per caso, per curiosità, per affetto, un sentimento ormai
consolidato dentro di me, sul legame e sul senso di appartenenza a questa terra di questi tempi avara di benessere moderno o “consumistico” ma altrettanto generosa con
le sue bellezze naturali (mare e montagna), le bellezze archeologiche ancora da
scoprire, valorizzare e far conoscere.
LA LINGUA NOSTRA
-La nostra
lingua, che vi posso assicurare, è più viva di quanto possiamo immaginare,
possiamo farla rivivere soltanto tutti noi, in che modo? Parlando nel quotidiano e nei nostri rapporti
con gli altri. Incominciamo a parlare sempre più spesso in sardo ai giovani, ai
nostri figli, amici ecc. ecc., come l’abbiamo sentito dai nostri genitori,
nonni/e, conoscenti del nostro paese. Quando
capita di parlare o incontrare persone di altri paesi proviamo a parlare in
sardo; possiamo valutare se chi ascolta ha capito o no il nostro modo di parlare.
-Quello
che ho scritto (qualcuno giustamente potrebbe obiettare!) perché non l’ho
scritto in sardo? Rispondo in maniera assolutamente sincera: non sono capace! Perché? Semplicemente
perché non me l’ha insegnato nessuno come a tutti noi sardi. Comunque penso che
scrivere e parlare in sardo, va
benissimo anche a costo di sbagliare. Comunque quando ne ho l’occasione mi
metto scrivo e, dico l’importante è capirsi!! Nel vivere quotidiano, in sardo
cerco di parlare il più possibile.
-Per
imparare a scriverlo so che vengono promossi dei corsi per i quali sarebbe
opportuno che la regione diffondesse le iniziative al riguardo a tutti i
livelli. Mi risulta che anche a Genuri
sono stati fatti dei corsi di lingua sarda e tra i docenti c’era il prof. Francesco Casula.
-Questa è una delle tante cose della "Sardegna che vorrei".
un saluto da
sardo sono
Nessun commento:
Posta un commento