Ormai,
tutto ciò che si rifà al nostro passato, viene “rincorso” o si prova a
riscoprirlo. Molti paesi della Sardegna promuovono sagre, rievocazioni a tema.
Mi
permetto tuttavia, di rilevare che quanto viene rievocato dev’essere autentico
e legato a una tradizione alimentare, al matrimonio, al divertimento, alla
musica, al canto, a un mestiere ecc. ecc.
Ecco alcuni esempi:
Pane immerso nell’uovo e fritto in olio
d’oliva (“pani indorau”) fregola di semola (“fregua”), lumache (“sinzicorrus”), “pecora in cappotto”, dolci
con la ricotta (“pardulas”), dolci con le mandorle (gli amaretti), ravioli con la ricotta (“culurgionis”),
pane – formaggio e vino a…volontà (“pani – casu e binu a rasu”), la vendemmia (“sa binnenna”), per non parlare delle manifestazioni nei paesi o
villaggi vicino al mare, la sagra del
tonno, del mugine (“mugheddu”), dei ricci, il tutto cucinato
in mille maniere, da… leccarsi i baffi!
Queste
iniziative, sono di grande aiuto all’economia isolana; fanno incontrare
popolazioni di diversi paesi della Sardegna, si conoscono e si confrontano le
abitudini alimentari, si può parlare in sardo nelle sue varianti locali ma, con
un po’ di attenzione e pazienza, si riesce tra sardi di diversa provenienza a comunicare
e approfondire quel legame che ci fa sentire…sardi!
A
queste manifestazioni, ovviamente partecipano anche cittadini di altre regioni
e cittadini stranieri; con la nostra proverbiale ospitalità (che può essere
migliorata), abbiamo le carte in regola per lasciare in loro un ricordo tale da
invogliarli a ritornare.
Il
turismo se non c’è ospitalità che cos’è?
sardo sono
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