Le
genti arrivate in Sardegna in epoca neolitica (detta anche eta’ della pietra
levigata), non conoscevano “l’arte” della guerra. L’archeologia di quel periodo
non evidenzia costruzioni a scopo di difesa. Le genti, possiamo immaginarle,
dedite alla caccia per procurarsi il cibo, alla ricerca e raccolta di frutti
vari disponibili in natura per i membri della famiglia o del clan o magari
della tribù.
L’approdo
frequente di genti provenienti da oriente (ad esempio dalla penisola greca) o
da sud (per intenderci dalle coste dell’attuale Libia, dalla Tunisia), portava
pure conoscenze sulle tecniche di coltivazione del grano, dell’orzo ecc.; come
addomesticare certe specie di animali utili sia per il lavoro nei campi sia per
l’alimentazione.
Risorsa
di vitale importanza e fondamentale nel loro cammino verso il miglioramento
delle condizioni di vita, era il fuoco scoperto ormai da molti secoli (scoperta
causale?), tanto preziosa quanto devastante per la sua capacità distruttrice.
Avere
sempre a disposizione la fonte di calore, quindi sempre il fuoco acceso, per
scaldarsi e per cucinare (sappiamo che i primi abitanti cuocevano il pane su
pietre arroventate), era un’esigenza vitale, primaria, nella quotidianità della
vita.
L’isola
che c’è da appuntamento alla prosima puntata!
Sardo sono
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