sabato 6 settembre 2014

Sardegna e servitù

Per la sua centralità nel mediterraneo occidentale, la nostra terra è da sempre oggetto di occupazione militare ed economica. La Sardegna e i sardi, dopo tanti secoli di occupazioni e sconfitte, si sono abituati e rassegnati a questo stato di cose.
Tuttavia, il sentimento che ci lega alla nostra terra è sempre presente nel nostro modo di essere. Il collante principale penso sia la lingua che, pur con tutte le sue varianti locali, riesce a trasmettere ad ogni sardo il valore dell’identità che ci rende diversi dai nostri concittadini italiani. 
Quanto accaduto negli ultimi giorni a Capo Frasca durante alcune esercitazioni militari (esplosione di una bomba e successivo incendio della macchia mediterranea) conferma che il raporto tra la Sardegna, i sardi e lo stato centrale è di totale sottomissione (il termine non mi piace, ma rende l’idea!). In questo caso, penso che bisogna essere più realisti del re; esprimo quindi il mio pensiero:
1-le esercitazioni militari e con esse i territori necessari alle stesse, fanno parte dei piani di difessa dell’Italia di cui noi facciamo parte e da queste non possiamo prescindere;
2-noi sardi, pur essendo profondamente legati alla nostra terra, siamo rappresentati da una classe politica espressione dei partiti nazionali. Tutte le forze politiche sarde, a mio parere, sono a traino di quelle nazionali e finiscono per essere dei “guardiani” dello stato centrale; a parole, si schierano dalla parte dei sardi ma come sempre passata la bufera, torna tutto come prima!
3-lo stato centrale deve riconoscere alla Sardegna e ai sardi la continuità territoriale reale, significa che i trasporti, l’energia, l’istruzione, il lavoro ecc. deve tenere conto dei costi aggiuntivi e minori opportunità di crescita per chi risiede nella nostra isola rispetto ai nostri concittadini delle altre regioni.
4- il fattore che impedisce di ottenere dei risultati è l’ostinata e autolesionista incapacità di ricercare l’unità tra le forze politiche isolane.

sardo sono

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