Per
la sua centralità nel mediterraneo occidentale, la nostra terra è da sempre
oggetto di occupazione militare ed economica. La Sardegna e i sardi, dopo tanti
secoli di occupazioni e sconfitte, si sono abituati e rassegnati a questo stato
di cose.
Tuttavia,
il sentimento che ci lega alla nostra terra è sempre presente nel nostro modo
di essere. Il collante principale penso sia la lingua che, pur con tutte le sue
varianti locali, riesce a trasmettere ad ogni sardo il valore dell’identità che
ci rende diversi dai nostri concittadini italiani.
Quanto
accaduto negli ultimi giorni a Capo Frasca durante alcune esercitazioni
militari (esplosione di una bomba e successivo incendio della macchia
mediterranea) conferma che il raporto tra la Sardegna, i sardi e lo stato
centrale è di totale sottomissione (il termine non mi piace, ma rende l’idea!).
In questo caso, penso che bisogna essere più realisti del re; esprimo quindi il
mio pensiero:
1-le esercitazioni militari e con esse i
territori necessari alle stesse, fanno parte dei piani di difessa dell’Italia
di cui noi facciamo parte e da queste non possiamo prescindere;
2-noi sardi, pur essendo profondamente
legati alla nostra terra, siamo rappresentati da una classe politica espressione
dei partiti nazionali. Tutte le forze politiche sarde, a mio parere, sono a traino
di quelle nazionali e finiscono per essere dei “guardiani” dello stato
centrale; a parole, si schierano dalla parte dei sardi ma come sempre passata
la bufera, torna tutto come prima!
3-lo stato centrale deve riconoscere alla
Sardegna e ai sardi la continuità territoriale reale,
significa che i trasporti, l’energia, l’istruzione, il lavoro ecc. deve tenere
conto dei costi aggiuntivi e minori opportunità di crescita per chi risiede
nella nostra isola rispetto ai nostri concittadini delle altre regioni.
4- il fattore che impedisce di ottenere dei
risultati è l’ostinata e autolesionista incapacità di ricercare l’unità tra le
forze politiche isolane.
sardo sono
Nessun commento:
Posta un commento