Prima
della scoperta dei metalli, la Sardegna ha vissuto un lungo periodo di
benessere grazie al commercio dell’ossidiana del monte Arci. Le ricerche
archeologiche hanno evidenziato una grossa presenza umana nell’attività
estrattiva intorno al monte citato.
Da ricerche
archeologiche, sono diversi giacimenti in prossimità degli attuali paesi di
Pau, Masullas, Marrubiu, Morgongiori. Si sono riscontrati oltre settanta centri
di lavorazione a un’altitudine media di 319 metri tutti intorno al monte Arci.
Questi dati danno l’idea di quanta attrazione esercitasse su quelle genti,
questo prezioso materiale.
Immagino
una moltitudine di persone, di età diverse, con animali domati, al seguito,
carri attrezzati per il trasporto del minerale che alimentava non solo il
mercato interno ma anche quello esterno verso la Corsica, la Toscana, la
Provenza (Francia meridionale), in concorrenza (forse) con le produzioni
dell’Italia meridionale e della Sicilia (Eolie).
L’ossodiana,
definita da alcuni studiosi, l’oro nero dell’antichità, era il risultato delle
eruzioni vulcaniche con grandiose colate basaltiche avvenute diversi milioni di
anni fa, si prestava a molteplici usi nella vita quotidiana. Era dura come il
vetro con spigoli taglienti e quindi adatta a tagliare e incidere e, non ultimo,
alla fabbricazione di armi (punte per frecce) per la caccia e difesa personale.
Immagino
il nucleo familiare o clan organizzato secondo esigenze di sopravivenza e
difesa da animali feroci e genti o clan o tribù ostili; i nuclei abitativi
erano in genere privi di opere di difesa a conferma di società pacifiche in
generale.
Alla
prossima puntata!
sardo sono
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