mercoledì 3 settembre 2014

L'isola che c'è quattro

Propongo all’attenzione di tutti alcune note tratte dal libro “La civiltà dei sardi” del prof. Giovanni Lilliu:

1- la scarsa popolazione, in ogni tempo, del suolo sardo dipende anche dal basso potere di attrazione del litorale isolano che non ha favorito quel fenomeno di colonizzazione e di popolamento caratteristico della Sicilia e della Magna Grecia.
2- sulla costa orientale si trova Punta Orrolatzi che precipita sul mare per 757 metri. Questo dorso si staglia sul mare come un bastione ostile al navigante che viene dall’est dissuadendolo dall’incontro con le genti che vivono dietro quella barriera chiuse come in un carcere.
3- fuamvano i vulcani contro i cieli di silenzio e di luna; vasti incendi spontanei di foreste (quali si sono potuti riconoscere nella grotta di ziu Santoru – Dorgali) illuminavano le notti senza uomini. Ma, un giorno questi arrivarono dal mare: chissà, un pugno di avventurieri sbattuti dalla tempesta, o lasciatisi guidare dalle correnti marine?
4- Scartata la venuta per mare, resta la spiegazione che l’isola fosse stata raggiunta via terrestre, attraverso un ponte “continentale”. Il periodo glaciale del Riss (200.000 anni), che provocò l’abbassamento del livello del mare di circa 200 metri (peraltro la fossa tra Corsica e isole Toscane profonda almeno 390 metri) è quello che incontra minori difficoltà a essere accettato per il passaggio dell’uomo dal continente alla Sardegna (si badi la Sardegna settentrionale).

L’isola che c’è da appuntamento alla prossima puntata.

sardo sono

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